A partire dal 1° luglio 2020 è vietato l’utilizzo del denaro contante per importi pari o superiori a 2.000 euro, riducendo il limite precedentemente in vigore di euro 3.000.
Sarà possibile effettuare pagamenti in denaro entro la soglia di euro 1.999,99 fino alla fine del 2021, in quanto dal 1° gennaio 2022 il limite si abbasserà ulteriormente a 1.000 euro.
Il divieto viene applicato a qualsiasi trasferimento di denaro tra soggetti diversi. Si considerano tali per esempio il pagamento tra due persone fisiche diverse o tra due società, ma anche tra il socio e la propria società.
Mentre non rappresenta un trasferimento tra soggetti diversi un versamento o un prelievo dal proprio corrente bancario che quindi non è soggetto al limite.
Il limite al denaro contante, quale che sia la causa, vale anche quanto i pagamenti vengono artificiosamente frammentati pur essendo relativi alla medesima operazione.
La sanzione comminata in caso di trasgressione, fatta salva l’efficacia del pagamento effettuato, sarà compresa tra 2.000 e 50.000 euro.
Si ricorda che tutti i soggetti che effettuano l’attività di vendita e di prestazione di servizi sono obbligati ad accettare pagamenti con bancomat o carte di credito.
A tal proposito dal 1° gennaio 2017 è entrato in vigore un credito d’imposta a favore degli esercenti attività di impresa e professionisti pari al 30% delle commissioni addebitate dalla banca per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate. Ne possono usufruire coloro che nell’esercizio precedente hanno conseguito ricavi o compensi inferiori a 400.000 euro. Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione tramite il modello F24 a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.
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