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Innovare per competere

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Fonti alternative di finanziamento alle Pmi: la mission di Conlabora

Matteo Gustinetti, co-fondatore e amministratore della società di advisory strategico Conlabora Srl, illustra quanto oggi sia fondamentale considerare il ricorso a strumenti di finanza alternativa capaci di supportare le esigenze dell’impresa sia di capitale circolante che sui nuovi investimenti.

In una fase di contrazione economica come quella che sta affrontando il nostro Paese, è vitale mettere in atto ogni sforzo per evitare che gli effetti sull’economia reale rallentino, o addirittura pregiudichino, la spinta innovatrice delle nostre imprese, soprattutto in un territorio particolarmente competitivo come la bergamasca.

Al netto delle misure varate dal Governo, nel Decreto Liquidità e nel Decreto Rilancio, a sostegno della liquidità di famiglie e imprese, sono molti gli strumenti finanziari messi a disposizione anche da Regioni, Comunità Europea e operatori Fintech destinati al sostegno dell’innovazione. Tali strumenti, che già sostengono progetti di Ricerca e Sviluppo e investimenti per la messa a mercato di nuovi prodotti/servizi, vedono per il prossimo periodo un significativo potenziamento, sia in termini di incremento di dotazioni che di nuove tipologie e, se approcciati correttamente, possono rappresentare una spinta decisiva per il progresso aziendale.

Conlabora è una società di advisory che, dal 2014, ha affiancato oltre 300 clienti nel processo di trasformazione di idee di innovazione in progettualità concrete, individuando e attivando risorse finanziarie alternative per circa 15 milioni di euro. Proprio partendo dalla costruzione del mix finanziario ideale a sostegno di progetti d’innovazione, Conlabora ha supportato molte aziende nel reperimento e nella gestione di fonti finanziarie pubbliche, sia di livello locale che comunitario, contribuendo inoltre alla nascita di oltre 100 startup innovative su tutto il territorio nazionale.
Di recente ha introdotto un nuovo servizio, denominato Opportunity check-up, ovvero uno studio di fattibilità personalizzato e “su misura” per l’individuazione di misure agevolative pubbliche ed altri strumenti di finanza alternativa volti a supportare la strategia aziendale.

Generico luglio 2020
Matteo Giustinetti

“Spesso – illustra Matteo Gustinetti – l’approccio alla finanza pubblica da parte di molte aziende è ancora sporadico o teso solamente ad accaparrarsi questo o quel contributo a fondo perduto. In altri casi, invece, alcune aziende non sono sufficientemente informate o adeguatamente supportate in una pianificazione finanziaria che contempli anche l’utilizzo di fonti alternative. Beninteso che il fine ultimo è sempre quello di portarsi a casa un vantaggio finanziario concreto, sapersi muovere con efficacia nel panorama della finanza pubblica rappresenta un asset strategico importante: se già in passato ottimizzare il proprio mix finanziario rappresentava una risorsa per sostenere progetti d’innovazione, oggi la diversificazione delle fonti di finanziamento può significare, per molte imprese, una modalità atta ad assicurare la propria continuità aziendale”.
Grazie ad uno studio di fattibilità dedicato, Conlabora aiuta così le aziende a districarsi nel complesso sistema dei bandi pubblici e dei nuovi strumenti agevolativi per sfruttarne al meglio tutti i vantaggi, tra cui non solo migliorare la propria performance finanziaria ma anche rendersi più competitivi nel mercato dell’innovazione.
Ma approfondiamo insieme la conoscenza di questa advisory boutique che annovera tra i propri clienti numerose PMI del territorio e startup innovative ma anche grandi aziende e primarie realtà del Terzo settore.

Come è nata l’idea di fondare Conlabora?
Dopo diversi anni nell’ambito della consulenza aziendale ed esperienze all’estero, nel 2014 io e Marco Pasta, l’altro co-fondatore di Conlabora, abbiamo deciso di concretizzare un sogno comune: dare vita a una realtà radicata sul territorio bergamasco ma con uno sguardo europeo, capace di offrire servizi finanziari innovativi alle aziende e alle realtà locali, per favorire la crescita di tutto l’ecosistema.

Perché il nome Conlabora?
Siamo convinti che l’innovazione sia favorita dalla contaminazione tra soggetti diversi. Per questo abbiamo cercato di sviluppare un metodo di advisory adatto a diverse tipologie di cliente ma allo stesso tempo concentrato su un unico obiettivo principale: ottenere risorse finanziarie ulteriori rispetto a quelle offerte tradizionalmente dal sistema bancario, concentrandoci sull’interlocuzione con soggetti finanziari alternativi, tra finanza pubblica, fintech e circuiti di investimento non istituzionali. Per realizzare questa mission, non solo abbiamo sviluppato fin da subito un’ampia rete di collaborazioni con enti, professionisti e operatori legati al tema dell’innovazione, ma anche abbiamo favorito la logica della cross fertilization tra PMI, startup, Università ed Enti del Terzo settore, questi ultimi in particolare, chiamati oggi ad assumere una prospettiva aziendale senza per questo venir meno ai propri valori sociali.

Qual è l’aspetto del vostro servizio a maggior valore aggiunto?
Sviluppiamo per ognuno dei nostri clienti un accurato lavoro di analisi strategica, che rappresenta la base per implementare progetti di innovazione e piani di sviluppo idonei ad essere finanziati da una serie di partner pubblici e privati: la Commissione europea, le Agenzie nazionali per l’innovazione e le Regioni, sul versante pubblico, ma anche piattaforme di crowdinvesting, business angel e venture capitalist sul versante privato. Dopo avere individuato insieme gli strumenti finanziari più efficaci, affianchiamo il nostro cliente nelle fasi di richiesta e gestione delle risorse, sempre legate alla presentazione di un progetto innovativo, e lo supportiamo nell’interlocuzioni con tutte le controparti, offrendo un servizio a trecentosessanta gradi. Se, come vedevamo in precedenza, diversificare il mix finanziario oggi è più che mai indispensabile, grazie a Conlabora, il cliente ha la possibilità di farlo in modo efficace e continuo, in base alle sue reali esigenze e potenzialità.

Siete membri di Confindustria Bergamo nel Gruppo Giovani Imprenditori: quali prospettive intravedete per il comparto imprenditoriale del nostro territorio?
Il Gruppo Giovani Imprenditori sta lavorando a una serie di progetti che saranno fondamentali per definire le traiettorie di sviluppo o di rilancio di interi comparti, tra cui cito l’open innovation, la trasformazione digitale e l’economia circolare. Tre filoni sui quali si concentrano anche le principali politiche europee e nazionali, destinando ingenti risorse da qui ai prossimi anni. Sul tema open innovation, ad esempio, abbiamo contribuito alla realizzazione del format “Ti presento una startup”, il cui scopo è far incontrare aziende mature ma interessate ad innovare con realtà emergenti ad elevato contenuto tecnologico. Crediamo che la sfida principale degli operatori economici a tutti i livelli, oggi, sia quella di saper adeguare il proprio modello di business alle esigenze di un nuovo scenario: interconnesso, digitale e più attento alla sostenibilità.

Come avete affrontato il periodo dell’emergenza Covid-19?
In questi mesi siamo stati in prima linea nel supportare i nostri clienti e partner nella comprensione delle misure varate dal governo e, in generale, degli incentivi previsti dall’ecosistema italiano per fronteggiare l’emergenza, che ha messo in luce quanto il nostro sistema fatichi, in generale, a sostenere l’innovazione e non solo in periodi di crisi. Abbiamo effettuato molti webinar sia per illustrare i contenuti delle varie agevolazioni sia anche con le controparti istituzionali per contribuire a mettere a punto nuovi strumenti a sostegno dell’innovazione, tra cui quelli dell’art. 38 del Decreto Rilancio, dedicato alle startup innovative. Abbiamo approfondito le varie iniziative messe in campo dagli operatori Fintech, da Regione Lombardia con il “Pacchetto Credito per le imprese”, dal MiSE e Sace SIMEST e anche sul fronte europeo, non solo all’interno dell’iniziativa COVID-19 outbreak dall’European Research Area (ERA) ma anche all’interno della Green Deal Initiative ed European Innovation Council.

Da ultimo, uno sguardo sul futuro?
In generale, il Covid-19 segnerà quasi sicuramente uno stacco rispetto al passato, modificando comportamenti, abitudini e modalità organizzative di tutto il sistema socio-economico. Questo avvalora la necessità di sfruttare il 2020 per ripensare il proprio modello di business e studiare nuove tipologie di innovazione, oltre a quelle legate al prodotto/servizio. Oggi si possono quindi aprire grandi opportunità per gli operatori che sviluppano nuovi prodotti/servizi innovativi permessi dalle tecnologie abilitanti. Come a dire che quello che fino a qualche mese fa era considerato un elemento distintivo per emergere sul mercato, potrà invece da adesso essere il vero motore per la rinascita innovativa del nostro Paese, con i paradigmi di Industria 4.0 che potranno manifestarsi in tutta la loro potenzialità dirompente.
Un capitolo a parte è anche quello dell’innovazione sociale, ossia quell’innovazione legata a forme di imprenditoria sociale o inclusiva, intesa come nuovo modello di business che propone nuove idee prodotti o servizi che soddisfano dei bisogni sociali e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. Questa crisi potrebbe contribuire ad accelerare il percorso di attuazione della Riforma del Terzo Settore, il cui fine è proprio “imprenditorializzare” la gestione e l’offerta del privato sociale rispetto a nuovi bisogni della comunità, che tenderanno sempre di più ad aumentare. Un cenno, infine, anche al tema della comunicazione: se prima era orientata al prodotto/servizio innovativo, oggi gli stakeholder chiedono di più alle aziende, che sempre più dovranno orientare il proprio messaggio non sulle loro innovazioni ma sulla loro capacità di essere innovatori, generando così nuove relazioni di fiducia.

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