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L'iniziativa

Bombardamento Dalmine, 6 luglio ’44: sui social il ricordo con documenti esclusivi fotogallery

Immagini e video che testimoniano il dramma di quel giorno, raccontato da una ex dipendente dell'acciaieria oggi novantenne e da diversi documenti relativi alla ricostruzione post-bellica.

Per non dimenticare uno dei momenti più duri della storia di Dalmine: il bombardamento che la città subì il 6 luglio 1944 ad opera delle forze Alleate, che scaricarono su Dalmine oltre 77 tonnellate di bombe, colpendo gravemente le acciaierie, gli aggiustaggi e le finiture e danneggiando gravemente anche i laminatoi e gli uffici.

Uno dei giorni più bui attraversati dalla città nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, che causò 278 morti e circa 800 feriti. Ma da questo evento Dalmine seppe riprendersi, già dall’anno successivo, lavorando per la ricostruzione della città e del paese e rientrando nel giro di pochi anni a pieno titolo nel miracolo economico italiano.

Questo il fil rouge che ha portato Fondazione Dalmine, in collaborazione con il Comune di Dalmine, all’organizzazione di un evento, rigorosamente “social” in memoria delle vittime del bombardamento del 6 luglio: affinché questa data possa rappresentare anche oggi un nuovo spartiacque tra un momento di crisi e una nuova rinascita della città.

Al fianco di Fondazione e Comune anche l’Associazione Storica Dalminese, ISEC di Sesto San Giovanni, ISREC di Bergamo, Museo delle storie di Bergamo e Istituto Luce Cinecittà, il cui archivio cinematografico conserva quasi un secolo di memoria storica collettiva fissato in milioni di metri di pellicola.

“Vista l’impossibilità di fare attività in presenza – chiarisce Manuel Tonolini, coordinatore delle attività di Fondazione – abbiamo deciso di organizzare insieme all’amministrazione di Dalmine una maratona online sui nostri canali social, Facebook, Instagram e Twitter con gli hashtag #DalmineRicorda e #DalmineRicostruisce, che unisca immagini e video del nostro archivio insieme alle videointerviste ai dipendenti sopravvissuti a quei terribili attimi”.

Tra gli interventi previsti infatti ci sarà un video che mostra la città di Dalmine prima e dopo il bombardamento che aveva l’obiettivo di spezzare l’apparato produttivo che sosteneva il Reich, poiché la Dalmine allora destinava il 95% della sua produzione agli armamenti bellici. In programma anche videointerviste a una ex dipendente dell’acciaieria oggi novantenne, Maria Elisa Corti, oltre alla pubblicazione di diversi documenti relativi alla ricostruzione post-bellica e alla condivisione di vecchi articoli dell’Istituto Luce.

Non solo documenti prodotti da Fondazione, dunque. Largo spazio infatti sarà dato anche alla condivisione dei contributi pubblicati dai partner di questa importante iniziativa, a partire dall’Associazione Storica Dalminese, passando per il Museo delle storie di Bergamo, ISREC e ISEC, chiudendo con diversi estratti dall’Archivio storico Istituto Luce Cinecittà.

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