È stato arrestato nel cortile di casa, a Quarto Oggiaro con i vestiti sporchi del sangue del vicino. L’accusa: l’omicidio di Giuseppe Alfredo Villa. Lui è Tommaso Riva, un transessuale di 46 anni, protagonista del film la Casa dell’amore del regista bergamasco Luca Ferri presentato al Festival internazionale di Berlino nel febbraio 2020.
Sembra che l’attore conducesse da tempo una vita al limite, con scatti d’ira proprio come quello dell’altra notte, sebbene non si fossero registrati fatti gravi: in casa sua, come dimostrato dallo stesso lungometraggio di cui era stato protagonista, mancavano servizi essenziali.
La sua esistenza si vede nel film di ferri l’ultimo di una trilogia del regista bergamasco:”Bianca Dolce Miele” alias Tommaso Libero Riva è ripreso infatti all’interno della sua abitazione di via Trilussa, “illuminata esclusivamente da candele perché non c’è corrente elettrica”
Le immagini del film restituiscono un quadro desolante: Riva interpretando se stesso si definiva “più comoda di una stazione di servizio” perché era a disposizione 24 ore su 24 e a due passi dall’autostrada. Il regista Ferri aveva raccontato a Repubblica di aver trovato Bianca Dolce Miele (il nome di Riva nel film) su un annuncio internet, “ed è stata la prima prostituta che ho contattato e l’unica”.
Da tempo Tommaso Riva era entrato in un tunnel senza uscita fatto di aggressioni (subite), cattive frequentazioni e abuso di alcol.
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