Quella scaturita da una tentata violenza sessuale a un’operatrice del centro di Fontanella nel 2017, è un’inchiesta che rischia di scuotere l’intero sistema accoglienza della nostra provincia. Sono 83 le persone finite sotto la lente della procura nell’indagine coordinata dal pm Fabrizio Gaverini (che l’ha ereditata dal collega Davide Palmieri) con accuse pesanti come l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, lo sfruttamento del lavoro nero e il riciclaggio.
Tre gli arresti eseguiti dai carabinieri martedì 16 giugno, tra cui quello di padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità Terra Promessa della Bassa e di Anna Maria Preceruti e Giovanni Trezzi, rispettivamente presidente ed economo. Ma gli inquirenti stanno indagando anche sulla Caritas al Patronato San Vincenzo e sulla cooperativa Ruah, quest’ultima molto attiva nel sociale e durante la pandemia a sostegno dell’emergenza sanitaria.
Tre anche i filoni d’inchiesta. Il capitolo principale, quello su cui gli inquirenti hanno raccolto maggior materiale probatorio, riguarda proprio la comunità Rinnovamento di Fontanella fondata e guidata da padre Zanotti, 73 anni, finito ai domiciliari, già accusato nel 2018 di ricatti sessuali ai danni di un ospite. Stessa misura cautelare per la presidente della coop Preceruti, 58 anni, di Antegnate, e per l’economo Trezzi, 39 anni, di Crema.
I carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche documentazioni, ipotizzano che i tre abbiano arrotondato grazie all’attività. Nella sede legale di Romano di Lombardia è stata sequestrata la somma 126mila euro. Sono accusati poi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, di sfruttamento del lavoro, di inadempimento di contratti di pubbliche forniture e di turbativa d’asta.
La stessa ipotesi di reato, quest’ultima, avanzata per la Caritas e per la cooperativa Ruah. Qui però non ci sono stati arresti ma solo avvisi di garanzia per 38 indagati, la cui posizione è ancora da vagliare con la massima attenzione. Grazie anche all’associazione Diakonia onlus, secondo chi indaga, i coinvolti avrebbero intascato un totale di 50mila euro grazie ai 35 euro al giorno percepiti per ogni immigrato, modificando le date di soggiorno da comunicare alla Prefettura e falsificando le firme dei registri.
C’è poi lo sfruttamento del lavoro, con sei immigrati impiegati nei centri di accoglienza della Ruah ma sottopagati. La presunta turbativa d’asta è legata all’assegnazione dei posti del servizio Sprar al Comune di Bergamo, con il coinvolgimento anche di funzionari comunali.
Il terzo filone infine tocca tre vice prefetti, oltre che di Bergamo anche di Cremona, indagati per abuso d’ufficio, anche se ritenuti con ruoli marginali.
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