Dovranno spiegare come sono andate le cose quella domenica 23 febbraio i medici dell’ospedale di Alzano Lombardo convocati in procura a Bergamo come persone informate sui fatti nell’inchiesta sulla gestione del Pesenti-Fenaroli e della mancata Zona rossa in Val Seriana. Il personale medico è atteso già nella giornata di lunedì di fronte al pool di magistrati che si occupa delle indagini, di cui non fa più parte il pm Giancarlo Mancusi.
I medici sono stati chiamati a deporre in seguito alle parole dell’ex direttore del Welfare e della Sanità di Regione Lombardia Luigi Cajazzo (sostituito nei giorni scorsi da Marco Trivelli) che nella sua audizione in procura aveva precisato che la decisione di riaprire subito dopo due ore l’ospedale di Alzano il 23 febbraio, era stata presa in accordo con il personale.
Nel frattempo il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota che coordina le inchieste, ha nominato un gruppo di tecnici che dovrà studiare i dati epidemiologici di quelle drammatiche settimane vissute da Alzano e Nembro.
La decisione arriva dopo la trasferta romana in cui i magistrati di Bergamo hanno ascoltato a lungo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza per capire perché è per come non fosse stato deciso di istituire la zona rossa in bassa Val Seriana.
Il pool, composto dai pm Fabrizio Gaverini, Paolo Mandurino e Silvia Marchina, ora deve prendere una decisione e vuole farlo dopo aver bene analizzato ogni aspetto legato a quei giorni di inizio marzo. Deve decidere se ipotizzare concretamente un reato, e in questo caso chi sono gli indagati, cioè a chi si pensa spettasse decidere, o se concludere con un’archiviazione l’inchiesta avviata. Per questo si affida anche consulenti esperti per analizzare la propagazione del Coronavirus a Bergamo e in Bergamasca.
commenta