Omicidio colposo. È questa l’ipotesi di reato in procura a Bergamo in relazione alla quarantina di denunce presentate nei giorni scorso dai familiari delle persone morte per coronavirus che fanno parte del comitato ‘Noi denunceremo’.
Si parte dall’articolo 589 del codice penale per un’indagine che richiederà lunghi accertamenti e valutazioni caso per caso perché, anche se le storie sembrano seguire tutto un unico filo conduttore – quello legato ai ritardi nelle diagnosi e nelle cure e alla mancata zona rossa – ciascuna presenta le sue peculiarità. Non è detto quindi che l’esito sia lo stesso per tutte.
Consuelo Locati, avvocato e coordinatrice, assieme a Luca Fusco, del comitato nato su Facebook nei giorni più caldi della pandemia, insieme alla sorella Cassandra ha presentato denuncia per il padre Vincenzo e ora spera in un buon esito dell’inchiesta: “Il nostro papà è morto il 27 marzo alle Cliniche Gavazzeni di Bergamo, dove era stato trasportato il giorno prima in gravissime condizioni dopo che stava male dal 13 marzo. Siamo riusciti a farlo portare in ospedale dopo varie insistenze e solo grazie all’intervento di un amico medico. Ma era troppo tardi. Ora confidiamo nella giustizia”.
Nell’esposto, come per gli altri depositati, le sorelle Locati puntano il dito contro governo e Regione Lombardia per non avere chiuso l’ospedale di Alzano e per non avere istituito la zona rossa in Val Seriana.
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