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Asst bergamo est

Ridotta perfusione sanguigna nel distretto polmonare: scoperta anti-Covid a Seriate

I risultati preliminari sono stati pubblicati on line sull’European Journal of Radiology

È noto dalla letteratura che l’infezione da SARS-Cov_2 non è responsabile solo di una polmonite interstiziale in senso stretto. Essa può provocare anche fenomeni di ostruzione dei capillari alveolari (e dei piccoli vasi di altri distretti corporei).

Nell’Unità Operativa di Radiologia dell’ASST Bergamo Est, diretta dal dottor Gianluigi Patelli, è nata l’idea di ricercare una modalità per osservare questo fenomeno utilizzando anche un software basato su tecniche di intelligenza artificiale applicate alle immagini TAC eseguite sui pazienti affetti da Covid-19, mediante la collaborazione con il professor Andrea Remuzzi del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università di Bergamo, e una giovane startup bergamasca D/Vision Lab fondata dall’ex-studente UniBg Simone Manini.

I risultati preliminari sono stati pubblicati on line sull’European Journal of Radiology (la rivista scientifica ufficiale della Società Europea di Radiologia). Per la prima volta nella letteratura scientifica è stata osservata e quantificata una ridotta perfusione sanguigna nel distretto polmonare successivamente all’infezione da SARS-CoV-2 durante la fase di guarigione.

“Grazie al dottor Francesco Locati, Direttore Generale dell’ASST Bergamo Est, – spiega Patelli – ho potuto contattare il professor Andrea Remuzzi per esporgli l’idea di misurare la perfusione polmonare nei pazienti affetti da COVID-19, utilizzando come base di partenza la TAC e alcuni software già in dotazione nel mio reparto. Ci sono tutti i presupposti perché questa cooperazione prosegua nella valutazione retrospettiva di una più ampia casistica dei molti pazienti che hanno afferito alla Bergamo Est in fase emergenziale. Il motivo della pubblicazione dei dati preliminari è stata anche la necessità, condivisa con il professor Remuzzi, di sottoporli al giudizio della comunità scientifica e dare spunto di riflessione per i possibili risvolti in termini di monitoraggio dei protocolli terapeutici.

Voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti i Radiologi, Tecnici, Infermieri e personale della segreteria del mio team perché in questo frangente di emergenza non si sono tirati indietro e hanno dimostrato umanità, pazienza, spirito di gruppo e  professionalità; condizioni queste, che hanno permesso anche di utilizzare al meglio gli aiuti ricevuti dal territorio, su tutti la TAC mobile donata dall’Accademia per lo Sport e la Solidarietà”.

“Il lavoro pubblicato – aggiunge Remuzzi – si basa sull’applicazione di tecniche avanzate di elaborazione digitale delle immagini radiologiche. Questo approccio si è rilevato utile per quantificare in modo automatico un problema clinico in alcuni pazienti affetti da COVID-19 dimostrando l’utilità della collaborazione tra medici e ingegneri”.

La Direzione dell’ASST Bergamo Est sottolinea che per ottenere risultati utili alla pratica clinica, l’osservazione e la correlazione dei dati raccolti hanno un’importanza fondamentale. Discipline differenti ma accomunate dallo stesso obiettivo di conoscenza, sono indispensabili per fare luce su tematiche cliniche, come quella del COVID-19, che fino a pochi mesi fa era completamente sconosciuto.

Lo studio pubblicato rafforza il senso di una collaborazione con la nostra Istituzione Universitaria, con cui abbiamo intensificato i rapporti negli ultimi anni, anche con la presentazione di un progetto denominato TELECOVID, piattaforma per il telemonitoraggio attraverso l’utilizzo di bio-sensori, che ci vede oltremodo in partnership con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università di Bergamo, diretto dalla professoressa Caterina Rizzi.

“Questo progetto che vede l’unione delle forze di medici dell’Ospedale Bolognini dell’Azienda ASST Bergamo Est di Seriate e di docenti dell’Università, è l’esempio di una collaborazione ben riuscita che permette di investire al meglio il contributo delle tecnologie e delle competenze nella cura dei pazienti. In questi mesi, soprattutto, abbiamo visto come una delle tre missioni fondamentali di ogni Ateneo, quella della ricerca, abbia trovato concretizzazione diventando motore propulsore dell’innovazione e della ripresa” conclude il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini.

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