Dopo 14 anni viene riconosciuto il lavoro degli operatori della sanità privata: dopo molte battute di arresto c’è la pre-intesa sul contratto, istituto che a Bergamo interessa quasi 4mila lavoratori alle dipendenze di Cliniche Humanitas (Gavazzeni e Castelli), Istituto Clinico Quarenghi; Gruppo Habilita; Casa di Cura Istituto Palazzolo e Istituti Ospedalieri Bergamaschi (policlinici San Marco e San Pietro), Villa Sant’Apollonia e Casa di Cura San Francesco Suore Cappuccine di Madre Rubatto.
Mercoledì 10 giugno, al termine di una lunghissima trattativa, Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl con Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), hanno sottoscritto l’accordo per il rinnovo di un contratto che comporterà un aumento medio mensile pari a 154 euro.
“Eroghiamo il 51,7% delle prestazioni sanitarie regionali – esordisce Katia Dezio, della segreteria bergamasca di Cisl Fp – e siamo stati in prima linea nell’emergenza Covid-19, pagandone spesso un prezzo altissimo. Dovrebbe bastare questo dato a far capire quale affronto abbiamo subito i lavoratori in questi 14 anni. Dopo numerosi scioperi, mobilitazioni e iniziative, che hanno segnato la nostra azione nel corso di questi anni, questa intesa restituisce finalmente parte della dignità a lavoratrici e lavoratori. Adesso, abbiamo raggiunto un accordo che recepisce l’obiettivo al quale da sempre abbiamo mirato, ovvero che a uno stesso lavoro, che sia nel settore pubblico o nel settore privato, debbano corrispondere stesso salario e stessi diritti”.
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