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Noi denunceremo

Mattarella a Bergamo, i parenti delle vittime di Covid chiedono un incontro

Nel frattempo mercoledì consegneranno alla Procura le prime 50 denunce relative alla gestione dell’emergenza

“Chiediamo al presidente Mattarella di riceverci quando verrà a Bergamo, sarebbe da parte sua un atto dovuto e di riconoscimento del dolore di chi ha perso delle persone care nella nostra città massacrata dal virus per responsabilità ancora tutte da accertare da parte della magistratura”. La richiesta arriva dall’avvocato Consuelo Locati che fa parte del Comitato “Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19”, nato dall’omonima pagina Facebook con 55mila adesioni e centinaia di testimonianze firmate da chi ha perso un affetto durante la pandemia e, spesso, ritiene di essere vittima di un’ingiustizia.

In vista della visita fissata al 28 giugno del capo dello Stato, Sergio Mattarella, l’avvocato Locati, che ha perso il padre a causa dell’infezione, chiede “un riconoscimento per quello che stiamo facendo. Lavoriamo giorno e notte per dare voce a queste persone e sarebbe bello che, oltre a noi del Comitato, il presidente incontrasse alcune di loro. Mattarella è una delle poche figure istituzionali ancora rispettate dalla gente ed è super partes, per noi, che non abbiamo nessun colore politico, significherebbe essere riconosciuti al di là degli schieramenti”.

Nel frattempo mercoledì 10 giugno è in programma il “Denuncia Day”, con il presidente Luca Fusco, il consiglio direttivo e alcuni parenti delle vittime che dalle 8.30 del mattino consegneranno alla Procura le prime 50 denunce relative alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

Le denunce riguardano soprattutto la mancata informazione dei pazienti e dei loro parenti dei rischi legati all’infezione soprattutto durante la prima fase dell’emergenza; l’assenza di Dispositivi di Protezione Individuale nelle strutture sanitarie; la mancanza di una medicina del territorio efficace e tempestiva per la gestione dei pazienti Covid a domicilio; la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo per permettere una gestione idonea dei pazienti Covid; la zona rossa mai arrivata in Val Seriana.

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