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L'analisi

Atalanta, dov’eravamo rimasti? Si riparte con le imprese di Lecce e Valencia negli occhi

Prima dello stop imposto dal Covid-19 i nerazzurri stavano volando altissimo: gli ultimi capolavori sono stati il 7-2 in Puglia e il poker spagnolo

Dov’eravamo rimasti? A quella gioiosa macchina da gol che si chiama Atalanta, a quel settebello che aveva schiantato il Lecce, ormai più di tre mesi fa (era l’1 marzo), prima di andare a ribattere anche il Valencia per entrare tra le prime otto della Champions, un traguardo storico.

Ma ormai l’Atalanta targata Gasperini ci ha abituato a polverizzare un record dopo l’altro e solo una tragedia come la pandemia poteva frenarla, almeno per il momento. Fra due settimane si riparte e la Dea è pronta per tornare a sfrecciare e stupire, come prima e più di prima. C’è un quarto posto da difendere e magari consolidare, c’è una Champions da giocare e chissà… con Papu Gomez e compagni mina vagante, decisi a sparigliare il campo anche in Europa, dove dominano le squadre inglesi e spagnole.

Facciamo però un passo indietro e vediamo com’è arrivata l’Atalanta al quarto posto dopo 26 partite (in realtà ne ha giocate 25): non certo per caso, perché già alla fine del girone di andata i nerazzurri erano quarti, dietro a Juve, Inter, Lazio, con 35 punti alla pari con la Roma. E da lì in poi è sempre stata zona Champions. Vale la pena ricordare che l’anno scorso, quando ha conquistato il terzo posto, la Dea solo alla 33^ giornata era salita al quarto posto, alla pari col Milan. E un girone di ritorno irresistibile, prima davanti alla Juve e prima nella volata finale delle ultime 13 giornate, ha proiettato i nerazzurri al terzo posto finale, davanti all’Inter per i migliori risultati negli scontri diretti.

Atalanta Lecce
L'1 marzo scorso il 7-2 dei nerazzurri al Lecce

Ora la volata è cominciata molto prima. Perché se l’anno scorso i numeri dell’Atalanta erano speciali, quest’anno sono strabilianti, soprattutto sul fronte offensivo: fiore all’occhiello è l’attacco con i suoi 70 gol, con una media che viaggia quindi verso quota 100. L’Atalanta all’interruzione del campionato era la squadra che aveva segnato di più in trasferta (37 reti) nei cinque principali campionati europei, il terzo attacco complessivo dopo Paris St. Germain (75) e Bayern (71). Non basta: solo Manchester City e Paris Saint Germain hanno tre giocatori in doppia cifra, ma nessun’altra squadra in Serie A. Ci sono infatti Ilicic a quota 15 (ha praticamente raddoppiato rispetto all’anno scorso, quando era a 8), Muriel a 13 e Zapata a 11. Duvan l’anno scorso era l’unico atalantino in doppia cifra, 16 gol dopo 26 giornate.

Ma tutto il campionato dei nerazzurri è stato una progressione continua, rispetto a una stagione già esaltante come quella dello scorso anno. Già hanno conquistato 7 punti in più, che sarebbero 10 se il confronto si fa sulle 25 partite, visto che ancora manca il recupero con il Sassuolo. Solo la Lazio (21 punti in più) ha avuto un incremento superiore.

La corsa da record è poi scandita dalle cinque vittorie con più di cinque gol e bisogna tornare indietro di 60 anni per ritrovare una squadra, il Milan stagione 1958-59, che è andata oltre questo primato. Certo è qualcosa di incredibile assistere per tre volte a una vittoria con 7 gol segnati da un’Atalanta che solo nel 1952 ne aveva fatti altrettanti alla Triestina. Quest’anno sono crollate Udinese (7-1, tripletta di Muriel, doppietta di Ilicic), Torino in casa (0-7, tripletta di Ilicic, doppietta di Muriel), Lecce in casa (2-7, tripletta di Zapata). Oltre alle due vittorie per 5-0 contro Milan (doppietta di Ilicic) e Parma (doppietta di Ilicic).

Malinovskyi
L'urlo di Ruslan Malinovskyi dopo il gol alla Fiorentina

È un’Atalanta che ha portato 14 gol dai giocatori subentrati dalla panchina, come nessun’altra squadra in Europa, basti pensare ai gol di Muriel, di Malinovskyi, di Pasalic. E al di là dei numeri, restano prestazioni da incorniciare, compresa quella in casa con la Juve dominata a Bergamo per 75 minuti, poi capace di vincere con i suoi campioni. C’è stata qualche battuta a vuoto, i ko con il Cagliari in casa, a Bologna e poi in casa con la Spal, il pareggio interno col Genoa, che indica a volte una sofferenza in casa, contro squadre che si chiudono e quindi difficili da superare.

Però tante altre imprese, dai pareggi esterni con Lazio (3-3, dopo un primo tempo di gran calcio), Napoli (2-2), Inter (1-1) e le vittorie sempre esterne su Roma (2-0), Sassuolo (4-1), Brescia (3-0, con una facilità disarmante), Fiorentina (2-1) indicano anche una forza sorprendente della Dea fuori casa, 28 punti contro i 20 in casa.

E ora, a porte chiuse, sarà spesso come giocare fuori casa. Ma, in conclusione, siamo d’accordo con Arrigo Sacchi: “Guarderò l’Atalanta perché è la squadra che mi diverte di più ed ha segnato più gol di tutti pur senza avere quelli che sulla carta vengono definiti top player. Loro, per giunta, avranno motivazioni superiori, rappresentando Bergamo, una delle città più colpite dal virus. Insomma, giocheranno per se stessi, per il club, per il loro allenatore e la loro gente, anche quella che non c’è più”.

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