“Bergamo zona 30”. È il nome del progetto presentato a Palafrizzoni dai capigruppo delle forze di maggioranza, con l’obiettivo di portare il limite di velocità per gli automobilisti a 30 km/h sull’80 per cento delle strade cittadine. A firmare il progetto – una vera e proprio rivoluzione per la mobilità cittadina, se andrà in porto – sono Simone Paganoni (Patto per Bergamo), Massimiliano Serra (Pd), Roberto Cremaschi (APF) e Roberto Amaddeo (Lista Gori). L’idea è quella di garantire più sicurezza a ciclisti e pedoni, rendendo il traffico più fluido. E di invertire la logica del codice della strada, considerando i 30 all’ora come la regola e i 50 un’eccezione, un po’ come avviene in città come Monaco o Grenoble.
La proposta, però, non ha accolto il favore delle minoranze, a partire dalla Lega: “La sinistra vuole farci andare come lumache, come se il traffico a Bergamo in giornate normali non fosse già abbastanza congestionato – attacca Alberto Ribolla -. Dopo aver messo autovelox su strade dove rispettare il limite è impossibile e pericoloso (parla di via Autostrada e via Briantea ndr) ora ci propinano questa idiozia!”.
Poi aggiunge: “Chi se lo ricorda il famoso mercoledì nero della Giunta Bruni? Era il 22 settembre 2005 e con questa trovata – lo stop totale alle auto con meno di 3 conducenti – a favore di una città ‘ecosostenibile’ (=criminalizzare l’uso dell’auto) – comportò il blocco di circonvallazioni, direttive in entrate e uscita, asse interurbano e perfino dell’autostrada. Non vorremmo che il limite a 30 km orari in tutta la città sia uno spot di cattivo gusto a favore di una pseudo campagna ecologista che metterà ancor più in ginocchio il commercio cittadino e la vivibilità della città, senza migliorare in alcun modo la qualità dell’aria e della vita dei cittadini bergamaschi. Contrapporre le auto alla biciclette – sostiene Ribolla – è un errore madornale”.
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