Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha posto sotto sequestro il cassonetto della Caritas in cui è morto incastrato il piccolo Karim Bamba. Anche lui, padre di tre figli, è rimasto molto colpito dalla tragedia costata la vita al bambino di 10 anni, deceduto martedì mentre cercava di raccogliere qualche abito usato da portare a casa alla mamma. In procura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.
L’obiettivo ora è fare luce sul meccanismo che regola l’apertura del cassonetto in cui vengono raccolti vecchi indumenti, anche perché non è la prima volta che qualcuno perde la vita nel tentativo di prelevarli.
In questo periodo di emergenza sanitaria, con la difficoltà di portare a termine le operazioni di svuotamento, molti debordano e gli abiti vengono lasciati anche a terra. Karim martedì aveva iniziato a rovistare lì, tra quelli riposti nel cortile dietro l’oratorio in viale Monte Grappa 19.
Non trovando nulla, si è arrampicato per cercare qualcosa all’interno del contenitore giallo, ma in quel momento il portellone si è abbassato ed è rimasto incastrato all’altezza dello stomaco. Forse ha provato a urlare aiuto, ma nessuno l’ha sentito.
Non è chiaro che ora fosse. Il bambino, mamma italiana e papà della Costa d’Avorio, famiglia con cinque figli piccoli seguita dai servizi sociali, era uscito dall’appartamento che il Comune ha messo a loro disposizione nel tardo pomeriggio. Con indosso un paio di ciabatte ha percorso un centinaio di metri e lungo viale Monte Grappa, la strada che taglia il paese della Bassa, è arrivato fino allo spiazzo con il cassonetto, utilizzato come parcheggio.
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Solo alle 20 una donna che lavora in uno studio dentistico lì di fronte, entrata nel cortile per prendere l’auto, si è accorta delle due piccole gambe che spuntavano. Ma la sua chiamata dei soccorsi e il trasporto in ambulanza all’ospedale Papa Giovanni sono stati vani.
La salma si trova ancora alla camera mortuaria dove lunedì mattina sarà sottoposta all’esame autoptico da parte del medico legale nominato dalla procura Matteo Marchesi.
La madre di Karim, Anna Maria Gambino, 37enne di origine palermitana, da quando ha appreso del decesso del suo secondogenito non parla più ed è stata condotta con gli altri figli in una struttura protetta. Il padre Valancine è all’estero e non è stato ancora rintracciato.
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