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L'emergenza

Coronavirus, i pensionati Cisl a corto di volontari: lutti e paure, tanti rinunciano

Nelle sedi Fnp da lunedì si fanno i conti con le conseguenze dell'epidemia. La storia di Claudio Carrara: da 10 anni in servizio a Nembro, è rimasto solo con due nuove leve reclutate in extremis

Lunedì 18 maggio hanno riaperto anche le sedi Cisl e quelle Fnp: oltre un centinaio in tutta la provincia di Bergamo (164 tra sedi e recapiti) da sempre costituiscono un presidio importante per la comunità di molti piccoli paesi.

Nelle sedi, grazie ai volontari, si raccolgono i documenti per fare il 730, richiedere la pensione, chiedere lumi sull’Isee, su dove fare vacanze a costo contenuto, gite di istruzione e altro ancora.

Grazie ai volontari si possono ottenere informazioni altrimenti difficilmente reperibili: se si passa sopra ai modi grezzi e spicci di molti di loro, in pochi giorni torna a casa quella pratica che si attendeva da mesi.

Il problema è che di volontari Fnp ne vedrà ben pochi. In molte sedi, infatti, si faticherà ad aprire, o comunque a svolgere i servizi garantiti fino a tre mesi fa. Prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus.

La particolare Spoon River di Fnp Bergamo conta 2.044 morti da marzo a aprile: c’era chi apriva, chi faceva il 730, chi organizzava viaggi e soggiorni e chi contribuiva alla realizzazione dei corsi di università Anteas. Qualcuno era anche stato membro del consiglio generale e ha avuto incarichi importanti in categoria, in Cisl e in Fnp, altri ancora erano semplici tesserati.

Il caso Nembro

A Nembro, epicentro della tragedia che poi ha toccato tutti la provincia, tra deceduti, malati, spaventati e definitivamente messi fuori gioco dall’epidemia, la sede ha perso quasi il 90 per centro dei volontari presenti a fine febbraio. Basti pensare che l’apertura della sede Fnp del paese rischiava di essere garantita da un solo volontario, Claudio Carrara, 66 anni, in servizio da dieci, al quale si sono aggiunte in extremis altre due reclute. Le altre sette persone che vi lavoravano hanno infatti comunicato che, per un motivo o per l’altro, non se la sentivano o non potevano proseguire.

Claudio Carrara

I commenti

“Il Coronavirus ha decimato la nostra gente e rischia di causare chiusure o abbandoni di strutture funzionanti fino a tre mesi fa – spiega Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl -. Abbiamo perso un’intera generazione di figure di riferimento, di volontari impegnati ogni giorno, incuranti dell’età. Adesso, anche per riconoscenza nei loro confronti e dei loro familiari, dobbiamo cercare di recuperare quel grande bagaglio di competenza e conoscenza, a volte anche di umanità e relazioni che l’epidemia ci ha strappato”. Ma non sarà facile: “In molti paesi – sottolinea Delasa – è l’ossatura stessa del volontariato Fnp che è sparita. In molti casi non c’è più nessuno”.

Ad oggi il sindacato calcola all’incirca il 15 per cento di rinunce pervenute dai volontari. “Vanno comprese con profondo rispetto queste decisioni, non facili per chi le assume – aggiunge Giacomo Meloni, segretario organizzativo della federazione del pensionati Cisl orobica -. Auspichiamo che nei prossimi mesi, con il venir meno dell’aggressività e della presenza del virus, molti ci possano ripensare e noi saremo felici di vederli di nuovo operosi nelle nostre sedi, peraltro sanificate e dove applichiamo un rigido protocollo di sicurezza”.

La speranza è che “raccogliendo i frutti positivi del lavoro fatto dai volontari della vecchia generazione – prosegue Meloni – si creino le condizioni per un graduale affiancamento e ricambio generazionale, e che tanti  ‘giovani pensionati’ si preparino a raccogliere il testimone di chi ha saputo dare all’organizzazione e tanto può ancora offrire. La Fnp – conclude – c’è ed è pronta ad accoglierli”.

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