Tenere il dito fermo sul pulsante di scatto non è facile se ciò che stai immortalando ti fa vibrare anima e corpo.
Ogni singolo "clic" raccoglie il dolore, le paure e le speranze di pazienti spaesati, magari lontani dagli affetti più cari: il virus infame è strisciato silenziosamente dentro le loro case, piano piano ha preso il controllo del loro fisico. Spesso è riuscito a vincere, tra occhi gonfi di lacrime e impotenza.
Ma le lacrime sono anche quelle che sgorgano da emozioni positive, fatte di rientri trionfanti dopo una lunga battaglia, di medici e infermieri consapevoli "di aver fatto il proprio dovere" ma che, tradotto, significa strappare uomini e donne di ogni età dalle grinfie di un nemico invisibile e dalla forza ancora sconosciuta.
Dall'inizio dell'emergenza Coronavirus Martina Santimone, fotografa originaria di Seveso, in Brianza, è stata solo un passo fuori da quella trincea, stringendo tra le mani la responsabilità di mostrare come ogni giorno l'impegno del personale sanitario provasse ad arginare l'impatto della pandemia sul territorio lombardo.
Lo ha fatto dalla metà di marzo su incarico di Areu, l'Azienda Regionale Emergenza Urgenza lombarda, e con le sue armi migliori: una macchina fotografica e un'esperienza quindicennale da soccorritrice volontaria della Croce Bianca Milano.
Quelle che ha scattato sono immagini da brividi, scioccanti: chi ha provato sulla propria pelle l'infamia del Coronavirus sa cosa significano, per tutti gli altri è solo un tuffo dentro una realtà da incubo che è giusto che venga mostrata.
Il reportage completo, per motivi tecnici, continua sul nostro canale Medium.
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A un passo dalla trincea
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