“Come un forte temporale, violento e improvviso”. Fabrizio Lazzarini, direttore generale della Fondazione Carisma, sceglie questa immagine per descrivere i giorni più bui dell’epidemia, quelli che hanno scandito il nerissimo mese di marzo. Solo con l’inizio di aprile, dopo quaranta giorni di pioggia e vento incessanti, si è rivisto qualche sprazzo di sereno. “Sarà un caso, ma qui la morte s’è fermata per la prima volta il giorno di Pasqua – racconta il direttore della più grande casa di riposo di Bergamo -. Solo da allora la situazione ha cominciato a stabilizzarsi”.
Per capire quanto sia stato forte quel temporale, basta far parlare i numeri. A gennaio – secondo quelli forniti dalla Fondazione stessa – si sono registrati 12 decessi, 19 a febbraio. A marzo sono stati 78 su un totale di 504 residenti (oltre i 66 dei centri diurni). Un numero tornato a scendere ad aprile, quando sono stati comunque 29. Nessuno da una settimana a questa parte.
Nel mese più drammatico il virus si è portato via il 15% degli ospiti. “Fa specie dirlo, ma è una percentuale bassa rispetto ad altre realtà, segno che abbiamo ridotto l’effetto del contagio”. L’ordinanza di sospensione delle visite è ufficialmente datata 5 marzo, “ma abbiamo cominciato a limitare gli accessi già il 24 febbraio, di fatto una chiusura totale – assicura Lazzarini -. Il 2 marzo abbiamo fatto lo stesso con i centri diurni integrati”.
Stando agli ultimi tamponi effettuati, oggi sarebbero soltanto 8 gli ospiti positivi alla malattia. Tutti asintomatici e in isolamento. “La considerazione che faccio da tecnico – conclude il direttore della Fondazione – è che le persone non sono morte solo nelle Rsa, dove peraltro si concentrano quelle più fragili della società. Le persone sono mancate ovunque, nelle case come negli ospedali. E Bergamo, purtroppo, è stata la provincia più colpita di tutte”.
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