Bergamo è purtroppo la città in cui l’epidemia di Coronavirus ha colpito più duramente, l’epicentro – insieme a Wuhan – del flagello che sta sconvolgendo il mondo. Nella sola provincia si sono avuti, nel mese di marzo, circa 4.500 decessi in più della media degli anni precedenti, 350 solo in città. Le dimensioni del contagio, ad oggi non conosciute, sono probabilmente le più estese di ogni altro luogo.
In queste settimane ogni energia è stata dedicata all’emergenza sanitaria, drammatica innanzitutto negli ospedali. Medici e infermieri hanno fatto miracoli e numerose sono state le testimonianze di sostegno e gli aiuti materiali che sono giunti da ogni luogo d’Italia. Nel frattempo i servizi comunali, sostenuti dalla cooperazione sociale e da centinaia di volontari hanno portato assistenza nelle case delle persone più fragili, a partire dai molti anziani che vivono soli.
Non siamo ancora fuori dalla crisi sanitaria, di cui ci preoccupa oggi la dimensione territoriale, con tanti ammalati nelle case e forze di cura purtroppo limitate. Ma già sappiamo che ci aspetta una gravissima difficoltà sociale ed economica. In queste settimane il Comune di Bergamo è già intervenuto con misure di sostegno a famiglie e attività d’impresa, nonostante i pesanti effetti negativi sulle entrate comunali che certamente deriveranno dall’emergenza. Ma ci aspetta un compito ben più arduo. La necessità di proteggere i soggetti più vulnerabili, fino a che non sarà disponibile un vaccino, ci obbligherà a moltiplicare la dimensione dei servizi domiciliari. Il prolungato fermo di tutte le attività – qui avviato prima che altrove e che con ogni probabilità durerà più a lungo – produrrà pesanti conseguenze sulle imprese e sul reddito delle famiglie, molte delle quali già oggi sono in una condizione di forte disagio.
Per questo, evitando ogni sovrapposizione con altri livelli istituzionali e secondo il principio di sussidiarietà, abbiamo istituito il Fondo di Mutuo Soccorso della Città di Bergamo, alimentato in primo luogo dal Comune.
Abbiamo bisogno di aiuti per poter aiutare.
A chi può, chiediamo di contribuire a dare sostegno a chi è e sarà maggiormente in difficoltà, famiglie e attività economiche. Abbiamo bisogno del contributo di tutti per prenderci cura dei soggetti più esposti agli effetti dell’emergenza, in raccordo e integrazione con gli interventi di carattere sanitario, e per sostenere domani la ripresa delle attività produttive e commerciali, ritrovando la vocazione culturale e turistica alla quale avevamo lavorato in questi anni con impegno.
Il Fondo – i cui proventi vorremmo in parte condividere col territorio provinciale – è aperto al contributo delle imprese, degli istituti finanziari e di tutti gli italiani che vorranno aiutare la città di Bergamo drammaticamente colpita.
Dona su: www.mutuosoccorsobergamo.it
Oppure:
IBAN: IT47R0311111101000000065901
CONTO INTESTATO A :
COMUNE DI BERGAMO FONDO DI MUTUO SOCCORSO DELLA CITTA’ DI BERGAMO
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