Oltre 1.400 mascherine, tra quelle già consegnate e quelle a disposizione: idrorepellenti, lavabili e riutilizzabili decine di volte.
Sono già state donate alla casa di cura San Francesco (circa 400) e alle forze dell’ordine (carabinieri e polizia di frontiera), ma sono a disposizione, gratuitamente, anche per i cittadini di Bergamo.
L’iniziativa è di Domenico Tufano, originario di Pompei che da 12 anni risiede a Bergamo dove gestisce il parcheggio della clinica San Francesco e un’altra autorimessa in via 24 maggio: “Quando io sono arrivato qui i bergamaschi mi hanno aiutato tanto e io ora voglio fare altrettanto per loro – spiega – Tramite conoscenti sono riuscito ad entrare in contatto con un’azienda di Salerno che opera nel settore di abbigliamento, la Mery Srl, che ha deciso di riconvertire la propria produzione per dedicarsi alle mascherine. Sono già riuscito a distribuirne circa 600 ma ho accordi per altre consegne”.
Un’iniziativa personale, che si appoggia anche al Tabacchi di via Sant’Orsola 19F, gestito dal nipote, dove un cartello avvisa della possibilità di avere mascherine gratis: “Abbiamo deciso di farne un punto di ritiro, in pieno centro – continua – Ne diamo due per ogni nucleo familiare, ma in casi particolari anche di più. Siamo lì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, chiunque può venire: per gli anziani e per chi non può uscire di casa ci siamo organizzati anche per consegne a domicilio, possibili chiamando il 3931577117. Ripetiamo, sono gratuite: se qualcuno vuole lasciarci una donazione libera la utilizzeremo per acquistarne altre. La cosa più bella è il grazie sincero delle persone”.
Come spiega la stessa ditta campana, la mascherina è in cotone 100%, idrorepellente, lavabile e riutilizzabile fino a 50 volte, “un dispositivo di protezione quotidiana individuale, realizzata a doppio strato con vantaggi in termini di protezione, traspirabilità e smaltimento rispetto alle normali mascherine chirurgiche usa e getta”.
Dietro al suo gesto solidale e alla voglia di restituire quanto di buono gli hanno trasmesso i bergamaschi al suo arrivo, Domenico ha anche una motivazione affettiva molto personale: “Un anno fa ho perso mio papà Luigi, per un maledetto tumore – spiega emozionato – Era una persona abituata a fare del bene, ad aiutare gli altri: se fosse ancora qui avrebbe condiviso volentieri questa mia iniziativa e ne sarebbe orgoglioso. È un modo per rendere omaggio anche a lui”.
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