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La testimonianza

Oreste Castagna e la sua esperienza col Covid: “Medici eroi, curano e asciugano lacrime”

L'attore bergamasco, da settimane ricoverato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, ora è in fase di ripresa e vuole ringraziare il personale sanitario che è stato al suo fianco.

In questi giorni di quarantena è attraverso la Rete che manteniamo i contatti con le persone. Tra tante tristi notizie, arrivano anche numerosi i messaggi di speranza, testimonianze di chi sta sconfiggendo il Coronavirus. Come quello postato dall’attore bergamasco Oreste Castagna, da settimane ricoverato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo ora in fase di ripresa.

“Eccomi, sto uscendo da questa esperienza di vita – scrive Castagna sulla sua pagina Facebook – da ormai quasi tre settimane sono all’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, lontano da casa e dai miei bimbi”.

Diplomato alla Scuola di Teatro delle Grazie di Bergamo, Castagna prestò la sua voce per un decennio al simpatico Dodò, protagonista de “L’albero azzurro”, trasmissione che ha fatto sognare una intera generazione di bambini.

L’attore bergamasco non hai mai abbandonato l’ambito dell’educazione fatta con il sorriso e oggi è uno dei pilastri di Rai Yoyo, canale televisivo interamente dedicato ai bambini. Amatissimo dai più piccoli è il suo personaggio Gipo Scribantino, gnomo giornalista, direttore del giornale ufficiale del Fantabosco, archivista e grande studioso.

“Sto meglio, sono profondamente cambiato” e aggiunge “ho voglia di vivere lavorare e sognare”. Il periodo di ricovero non è ancora finito, ma l’attore è quanto mai determinato a tornare in pista, che sia sul piccolo schermo o in teatro, e promette che “Gipo è pronto ancora a raccontare storie”.

Castagna conclude il suo messaggio con un pensiero rivolto a coloro che si stanno prendendo cura di lui in queste settimane: “Il vero motivo di questo post è testimoniare l’enorme valore umano e professionale di medici, infermieri, personale paramedico. Loro sono gli eroi e le eroine di questa vicenda. Bisogna fare qualcosa di grande per loro. Mi hanno curato e mi curano ancora adesso, consolato, asciugato le lacrime, coccolato, ripreso, sgridato, sono la testimonianza di Dio sulla terra. Grazie. Grazie. Grazie”.

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