“Ancora commossi dal saluto che la città, pure in questa situazione di estrema difficoltà, ha saputo tributare a don Fausto Resmini, vorremmo lanciare dalle colonne del vostro giornale un appello per onorare la sua memoria. Crediamo giusto e opportuno intitolare il nuovo ospedale da campo in costruzione presso la Fiera di Bergamo a don Fausto”. Inizia così il testo della raccolta firme partita da un gruppo Facebook per ricordare il parroco scomparso a 67 anni per Coronavirus, intitolandogli la struttura che ospiterà 142 pazienti Covid.
Un modo per rendere omaggio al prete tanto amato dai bergamaschi e “per far conoscere la sua immensa energia e la sua vita spesa per gli ultimi e gli emarginati, sia al carcere cittadino che alla comunità Don Milani. Opere di bene che continuano idealmente nel servizio agli ammalati della nuova struttura, che non potrebbe avere migliore intitolazione”.
Don Resmini è morto nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 marzo nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Como.
Originario di Lurano, nella Bassa, dopo essere stato ordinato sacerdote era entrato da subito nella grande famiglia del Patronato San Vincenzo di don Bepo Vavassori, altra figura di spicco della Chiesa di Bergamo. Aveva inoltre lavorato la Comunità don Milani di Sorisole, dedicata ai minori, ed era stato cappellano del carcere di via Gleno.
Fondamentale poi il suo ruolo nella realizzazione mensa per i poveri alla stazione di Bergamo, per i quali aveva raccolto spesso viveri, medicinali, indumenti e coperte in vista dell’inverno.
Don Resmini aveva anche accolto le diverse ondate di immigrati, dall’Albania all’Africa fino alla Bolivia.
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