Squilla il telefono di casa in una assurda domenica di primavera a Bergamo, mentre, nonostante il sole, le strade sono deserte e le famiglie rintanate per evitare di contagiarsi e di diffondere il contagio del virus maledetto.
Squilla il telefono di casa e dall’altra parte della cornetta c’è il sindaco, Giorgio Gori.
“Buongiorno, sono Giorgio Gori, il vostro sindaco – attacca -. Non vi sorprendete di questa mia chiamata. È la prima che vi faccio ma conto di usare questo mezzo nelle prossime settimane per darvi informazioni e anche un po’ di sostegno. Innanzitutto voglio rivolgere le mie più affettuose condoglianze ai familiari di tutte le vittime di queste terribile epidemia…”.
Parla per un bel po’ di minuti: racconta la situazione, illustra i servizi per aiutare la clausura forzata, esprime solidarietà e vicinanza. E invita a restare in casa.
È un messaggio registrato, naturalmente, ma che, a detta di chi l’ha ricevuto e dopo un attimo di stupore si è messo all’ascolto, ha fatto piacere.
Il telefono fisso in genere l’hanno i più anziani, quelli che si sentono più smarriti: la telefonata del loro sindaco li aiuta a sentirsi meno soli.
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