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L'allarme

Onoranze Funebri allo stremo: “Vittime sacrificali, pronti a sospendere l’attività”

L'amarezza di Antonio Ricciardi, presidente della categoria per LIA: "Senza un intervento da parte delle istituzioni, ci vedremo costretti a sospendere le attività".

“Le Onoranze Funebri della Bergamasca si stanno ormai preparando, loro malgrado, a sospendere le attività”: è l’allarme lanciato dalla LIA (Liberi Imprenditori Associati) che già da giorni denunciano condizioni di lavoro non più sostenibili.

“È stato deciso di trasformare imprenditori e lavoratori della nostra categoria in vittime sacrificali – spiegano- Dopo aver resistito per oltre 20 giorni all’emergenza oltre ogni capacità e capienza di lavoro, senza alcun tipo di supporto o tampone di controllo, e dopo aver iniziato anche a contare i propri caduti, con decessi e personale in rianimazione, le imprese sono chiamate a scelte di principio.

Lo fanno per senso di responsabilità verso i propri operatori e le famiglie delle persone decedute.

Per gli operatori del settore non ci sono controlli, non vengono effettuati tamponi, non ci sono dispositivi di protezione individuale. Solo lungaggini e burocrazia che danno più tempo al contagio di diffondersi. Senza supporto, gli operatori si trasformano in diffusori del virus alle fasce più a rischio, anziani, malati, disabili e non solo. La priorità è l’incolumità del pubblico e dei cittadini. Nell’inerzia delle istituzioni, si rischia di
causare un disastro”.

Alla nota si è aggiunto anche il commento del presidente della categoria Onoranze Funebri di Lia Bergamo, Antonio Ricciardi: “È assolutamente irresponsabile continuare ad operare nelle condizioni attuali, entrando e uscendo da strutture sanitarie e dalle case delle persone senza alcun controllo sulla salute. Abbiamo quantomeno bisogno di essere sottoposti ai tamponi, per salvaguardare non solo la nostra vita, ma anche quella delle altre persone. Ci rendiamo conto di essere diventati dei potenziali veicoli di infezione in particolare per coloro più a rischio, ma non solo”.

“Dall’inizio di questa emergenza – continua Ricciardi – stiamo lavorando oltre ogni livello di capienza. Ma ora si tratta di garantire la salute pubblica, e senza un intervento da parte delle istituzioni, ci vedremo costretti a sospendere le attività. È stato deciso di trasformare imprenditori e lavoratori della nostra categoria in vittime sacrificali. Ma ciò che è più grave, è il rischio che questo approccio porta alla salute del pubblico. Il nostro senso di responsabilità ci obbliga a prendere decisioni drastiche”.

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