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Dopo il decreto

I sindacati criticano: “Aperte attività che non hanno nulla di essenziale o strategico”

Un documento unitario di Cgil, Cisl e Uil regionali: "Fondamentali iniziative affinchè vi sia la chiusura di tutto ciò che non è essenziale in questa fase di emergenza".

“Di fronte all’emergenza non tutto è essenziale: il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato con nessuna ragione economica”: il decreto firmato nella serata di domenica 23 marzo dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non soddisfa i sindacati che, uniti, hanno preso una posizione netta.

Le ragioni sono illustrate in un documento sottoscritto dai rispettivi segretari regionali, Elena Lattuada (Cgil), Ugo Duci (Cisl) e Danilo Margaritella (Uil), che hanno richiamato le Rsu e le strutture territoriali a iniziative per la chiusura delle attività aziendali non essenziali.

“A differenza di quanto annunciato dal Governo alle parti sociali e al Paese – scrivono Cgil, Cisl e Uil – il
provvedimento assunto domenica sera (in ragione delle forti pressioni esercitate dalle associazioni d’impresa, a partire da Confindustria, che anziché privilegiare la vita e la salute delle persone, hanno scelto ancora una volta il profitto e l’economia) inserisce tra le attività d’impresa da considerarsi essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale, strategico e necessario in questa emergenza non hanno nulla, con l’effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori di aziende non essenziali che lunedì mattina potrebbero ‘rimanere a casa’.

Lo ripetiamo da settimane: così non si può! Il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato con nessuna ragione economica, lo stesso protocollo sottoscritto una settimana fa a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è stato ovunque applicato con rigore e puntualità.

Se questo vale su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di prevenire l’estensione dei contagi, tanto più è vitale in Lombardia, dove si tratta di invertire ‘senza se e senza ma’ la drammatica condizione della crescita costante dei contagi, dei ricoveri, dei morti che stiamo subendo, tra cui sempre più lavoratrici e lavoratori.

Per questo, nel raccogliere l’invito dei tre segretari generali nazionali di CGIL CISL UIL al rispetto delle intese e alla mobilitazione generale nei settori di attività non indispensabili, crediamo che sia necessaria già da lunedì una forte iniziativa delle RSU e delle strutture categoriali territoriali affinché vi sia la chiusura delle attività aziendali non essenziali in questa fase di emergenza”.

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