Nella provincia di Bergamo, una tra le più colpite dall’emergenza Coronavirus, sono quasi duemila, 1851 per la precisione, le imprese che garantiscono prodotti e servizi essenziali e occupano 50 mila dipendenti. Lo calcola Leanus (qui il video), piattaforma software innovativa che consente di accedere ai dati di bilancio di una qualsiasi azienda e analizzarli con diverse metodologie, che ha condotto un’elaborazione utilizzando i codici Ateco elencati nell’allegato al decreto.
“Le 50 mila persone occupate – spiega Alessandro Fischetti, amministratore di Leanus – sono un numero molto importante, che fa capire quanto sia possibile, solo parzialmente, ridurre l’operatività di un Paese. Garantire i servizi essenziali significa dare ai lavoratori, automaticamente, la possibilità di muoversi”.
Con un nuovo decreto (DPCM del 22 marzo 2020), il Governo ha deciso di fermare fino al 3 aprile 2020 tutte la attività ritenute non strategiche, autorizzando solo quelle essenziali: le più ovvie sono connesse a logistica e trasporti, supermercati e farmacie, produzione di farmaci, articoli sanitari e medicali, energia e agroindustria, servizi bancari, postali e finanziari. Le imprese non considerate essenziali, devono completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza -recita il decreto- “Le attività sospese possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile”.
Secondo il decreto, dal database delle imprese italiane che nel bilancio 2018 hanno registrato ricavi superiori a 500 mila euro, Leanus ha calcolato che su circa 297 mila imprese sono 70 mila (il 23%) quelle che garantiscono prodotti e servizi essenziali per il Paese, di cui 1851 con la sede legale in provincia di Bergamo. Si tratta di un gruppo di imprese che nel 2018 ha registrato, complessivamente, ricavi per oltre 16,2 miliardi, con una crescita dell’8,57% rispetto al 2017, un margine operativo lordo del 12,18% e una redditività netta del 5,48%, pari al 3,2% del Pil italiano. In termini numerici nella bergamasca, “guardando i settori, saranno quelle legate ai servizi le imprese che continueranno a prestare la loro attività, seguite dai settori dell’industria e dall’edilizia.
Le 1851 imprese bergamasche prese in considerazione, rispetto alla loro struttura patrimoniale, hanno registrato un debito lordo complessivo di circa 9 miliardi di euro e presentano in media un rapporto tra debiti totali e patrimonio netto di 1,38 volte.
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