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La lettera

Infermiera ai tempi del coronavirus: “Più turni e bimbi a casa soli, le baby sitter temono contagi”

I figli sono a casa, non aumentano gli stipendi o qualsiasi tipo di contributo, i nostri mariti non riescono a stare a casa e in più non troviamo nessuno perché siamo formalmente applauditi ma praticamente allontanati.

Una lettera che la dice lunga sulla situazione quotidiana per chi vive in prima linea a contatto con l’emergenza coronavirus.

Buongiorno,

sono un’infermiera che lavora al Papa Giovanni di Bergamo.

Come molte altre mie colleghe ho il disagio di dover aumentare i turni di lavoro, pur avendo i figli a casa. Mio marito lavora.

Sto cercando una baby-sitter e mi sento rispondere che purtroppo lavorando in ospedale sono più esposta a rischio di contrarre il coronavirus, quindi le baby sitter non accettano il lavoro.

Dei voucher che lo Stato aveva promesso per i genitori a casa dal lavoro in congedo straordinario per accudire i figli non si sa più nulla.

Oltre al danno la beffa.

I figli sono a casa, non aumentano gli stipendi o qualsiasi tipo di contributo, i nostri mariti non riescono a stare a casa e in più non troviamo nessuno perché siamo formalmente applauditi ma praticamente allontanati.

Lettera firmata

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