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La rassegna

I cambiamenti del clima: 460 studenti del Liceo Manzù ad ascoltare il meteorologo Paolo Corazzon

Cosa ci si deve attendere nei prossimi anni e come si può fermare quest'evoluzione all'apparenza inarrestabile? Se lo sono chiesti i 460 alunni del Liceo Artistico "Giacomo e Pio Manzù" che nei prossimi mesi saranno protagonisti di alcune iniziative "green".

Il clima sta cambiando. È impossibile trincerarsi dietro l’idea che ciò non stia accadendo oppure che colpisca soltanto alcuni luoghi nel mondo.

Lo dimostrano i vari fenomeni atmosferici che negli ultimi mesi hanno colpito il globo, dalla tempesta Ciara che sta imperversando nel Nord Europa alle alluvioni che hanno messo in ginocchio le popolazioni oceaniche.

La lista sarebbe ancora lunga, ma non serve tuttavia spingersi così lontano per comprendere come gli sconvolgimenti atmosferici stiano interessando chiunque, come dimostrato dalla “primavera anticipata” che sta coinvolgendo la penisola italiana.

Cosa ci si deve attendere nei prossimi anni e come si può fermare quest’evoluzione all’apparenza inarrestabile?

Se lo sono chiesti i 460 alunni del Liceo Artistico “Giacomo e Pio Manzù” che nella mattinata di mercoledì 12 febbraio hanno aperto la rassegna “Il Futuro è nell’Aria”.

Il progetto, organizzato in collaborazione con Legambiente e con l’Assessorato al verde pubblico e all’educazione alla cittadinanza del Comune di Bergamo, nasce all’interno delle aule dell’istituto cittadino, in particolare dalla volontà dei docenti di sensibilizzare i più giovani alla tematica della tutela ambientale.

“Coinvolgendo diverse materie che vanno dalla fisica alle scienze naturali, abbiamo cercato di creare una serie di eventi che potessero avere delle ricadute sia nell’ambito didattico che sulle problematiche esterne – ha sottolineato Stefano Catullo, docente del liceo bergamasco e ideatore dell’iniziativa -. La nostra idea è stata quindi quella di offrire ai nostri studenti un’informazione oggettiva, ma che al tempo stesso possa toccare anche aspetti etici”.

“L’obiettivo di questo percorso è quello di rendere consapevoli le nuove generazioni di quanto sia importante conservare ciò che ci circonda – ha aggiunto l’assessore Marzia Marchesi -. Non bisogna attendere che intervengano le istituzioni, ma bisogna partire dalle comunità più piccole come quella di una classe”.

Protagonista del primo appuntamento è stato Paolo Corazzon, volto storico di 3B Meteo, che si è confrontato con i ragazzi in particolare sullo stato di salute del pianeta e sul “global warming”.

“Osservando gli ultimi anni si può notare come la temperatura sia aumentata rispetto alla media di quasi un grado e mezzo in tutto il globo e di due soltanto in Europa. Chi è più giovane magari non ha avuto modo di accorgersi, ma in realtà ciò ha importanti effetti, come estati sempre più calde e lo scioglimento della calotta artica – ha spiegato il meteorologo milanese -. Qualcuno potrebbe obiettare che in passato la Terra sia già stata interessata da cambiamenti di questo genere, ma essi si sviluppavano in periodi lunghi decine di migliaia di anni, non in cinquanta come sta accadendo ora”.

Fra le fasce maggiormente toccate dai cambiamenti climatici vi potrebbe esser in un futuro non troppo quella mediterranea e quindi l’Italia, già alle prese con la scomparsa dei ghiacciai alpini e la diminuzione delle precipitazioni.

“Se si prosegue di questo passo, rischiamo di andar incontro a un progressivo spostamento delle perturbazioni verso latitudini più elevate e la riduzione di riserve idriche, in particolare nel periodo estivo – ha confessato Corazzon -. Fra essi non si può dimenticare l’aumento dei cosiddetti ‘fenomeni eccezionali’, casi che, grazie alla meteorologia, si possono prevedere con qualche giorno d’anticipo, ma che sono ormai diventati talmente violenti che appare sempre più complicato contenere i loro danni”.

A rendere più difficile la comprensione di tale questione concorrono disinformazione e negazione della responsabilità umana, più volte smentita dalla comunità scientifica.

“Grazie ad alcuni grafici che consentono di comparare l’andamento della concentrazione di anidride carbonica nell’aria prodotta da cause naturali o antropiche, si può vedere come gran parte dell’immissione di CO2 sia imputabile all’uomo e quindi negare ciò significherebbe fare cattiva informazione– ha illustrato il fisico lombardo -. Indipendentemente da quale sia la nostra responsabilità, solo con le nostre azioni possiamo agire e migliorare la situazione e, se anche fosse limitata, siamo obbligati a intervenire”.

Nonostante non si prospetti uno scenario brillante per il futuro della Terra, esistono ancora possibilità di salvarla, come dimostrato dalla curiosità e dall’impegno degli studenti orobici, pronti nel loro piccolo a dare vita a una svolta green.

Gli stessi infatti prenderanno parte a una serie di iniziative in programma nei prossimi mesi, fra i quali spicca la piantumazione di alcuni alberi in via Bramante: “Gli incontri proseguiranno il prossimo 4 aprile con una conferenza del professor Saverio Strano sulle energie alternative, mentre il percorso si chiuderà il 6 giugno quando ci ritroveremo con le classi coinvolte per una colazione biologica” ha concluso Catullo.

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