La piccola comunità di Calcio si stringe nel dolore per ricordare Erion Morina, il giovane kosovaro ammazzato a soli 20 anni nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio. L’arciprete della parrocchia della Bassa don Fabio Santambrogio ha organizzato per la serata di giovedì 6 febbraio una fiaccolata che partirà da piazza San Vittore e raggiungerà via Vezzoli, dove Erion viveva e dove è stato trovato privo di vita nel naviglio Civico cremonese. Lì, sul parapetto, nei giorni scorsi sono stati posati fiori, lumini e un quadretto con la foto del ragazzo.
Oltre alla giovane età della vittima, sono state le modalità del delitto che hanno scosso i calcensi. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Silvia Marchina, a uccidere il 20enne sarebbe stato suo cugino Musli Morina, suo coetaneo e connazionale. Erano arrivati insieme in Italia in cerca di fortuna due anni fa, senza genitori, e vivevano nell’appartamento che si affaccia sul naviglio.
I due ragazzi, che lavoravano come carpentieri, avevano trascorso la serata in un bar vicino a casa, il Peter Pan Cafè di viale Papa Giovanni. Verso tarda sera avevano iniziato a litigare, pare per un ammanco di 50 euro mentre stavano giocando alle slot machine.
Il diverbio era poi proseguito in strada, intorno alle 2 di notte, e i toni si erano accesi fino a quando Erion era stato colpito alla testa e a un fianco con un oggetto contundente, un coccio di bottiglia o un coltellino. Vedendolo esanime a terra, Musli lo avrebbe trascinato per una trentina di metri fino al parapetto del naviglio e poi buttato di sotto, nella speranza di farlo sparire. La scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza del Comune.
Arrestato la mattina seguente dai carabinieri quando era tranquillamente a letto, nel corso dell’interrogatorio di convalida il presunto assassino ha parlato del litigio e della cocaina assunta quella sera, ma senza fornire troppi dettagli sull’aggressione. Ora è in carcere in attesa del processo.
L’autopsia sul cadavere di Erion ha confermato quello che era emerso da una prima ispezione del medico legale: il giovane non era ancora morto dopo i colpi ricevuti, ma si è spento tra atroci sofferenze nelle acque fredde del naviglio.
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