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All'opera sant'alessandro

La Divina Commedia ritrovata nella cassaforte di mons. Sana nella Notte dei licei

Anche quest’anno la "Notte nazionale del liceo classico" è riuscita a riportare in vita scrittori, filosofi e testi che hanno segnato non solo il passato, ma scivolando tra le colonne dei templi, passando per il Medioevo e assistendo alle lotte d’indipendenza, sono state in grado di solcare gli anni venti del ventunesimo secolo.

Il liceo classico internazionale dei Licei dell’Opera Sant’Alessandro, ieri sera, venerdì 17 gennaio 2020, ha riportato in vita un libro antico, avvolto da uno spesso strato invisibile di cultura e di storia. Non si sta parlando di un libro qualunque, ma di un’edizione della Divina Commedia dantesca del 1497. Il libro apparteneva a monsignor Sana, preside storico del liceo Sant’Alessandro; come spesso accade nelle storie che più fanno vibrare il cuore, l’antico scritto è stato ritrovato in una cassaforte a due anni dalla scomparsa di Achille Sana.

La presentazione di Enzo Noris, insegnante di latino e storia al Sant’Alessandro, ed esperto della vita e della opere del Sommo Poeta, è stata accompagnata dalle soavi note d’arpa suonate da Clelia Fumagalli, ex studentessa del liceo.

Dopo una breve, ma profonda introduzione nell’atrio della scuola, gli ospiti si sono spostati nel salone Bernareggi in cui i ragazzi del liceo classico internazionale li attendevano per esibire la scaletta della serata costellata da costumi studiati nei dettagli, letture di Marziale e studi sull’etimologia delle parole latine, adattandole alla vita quotidiana del ventunesimo secolo.

notte licei 2020 sant'alessandro

“Noi questa sera ci occupiamo di parole: la parola è l’uomo, la parola e l’uomo. Le parole con cui i ragazzi della seconda classico e scientifico internazionale, terza classico internazionale e tradizionale e quarta liceo classico tradizionale lavorano tutti i giorni. Lavorano perché traducono, lavorano perché commentano, lavorano perché rielaborano. Passando attraverso queste parole hanno costruito questo percorso che va dall’eccezionalità di un evento, fino ad arrivare all’analisi dell’eroe epico e dell’eroe tragico attraverso Achille, attraverso Ulisse, attraverso anche l’Orestea e il concetto della legge. Legge che ha un valore etico, di responsabilità, parola che va recuperata e sottolineata e messa in una bella teca di cristallo. I ragazzi si sono impegnati veramente in maniera ammirevole. Io mi arrabbio con loro spesso e volentieri, ma oggi non posso farlo! Sono arrabbiata con me stessa, piuttosto, perché non riesco a seguire la loro energia… comunque vada sarà un successo!”. Sono le parole di Chiara Chiozzini, docente di lettere moderne e antiche presso l’istituto.

Che dire? Anche le pareti di mattoni del Sant’Alessandro, testimoni di anni di risate, pianti, strilla, litigi, amori e amicizie riescono ad assorbire l’aria di festa, di gioco e di famiglia che caratterizzano questa notte magica.

Ogni ragazzo ci ha messo impegno, ci ha creduto fino in fondo e sicuramente il supporto del corpo docenti non ha fatto altro che stimolare, nei ragazzi, la curiosità della scoperta, di andare oltre a ciò che è noto, di riportare in vita dei tempi che troppo spesso vengono considerati troppo lontani e noiosi per essere accolti ed ascoltati.

Al termine della serata, come la tradizione vuole, è stata scelta una pagina della tragedia “Agamennone” di Eschilo che è stata letta dai ragazzi.

Il fortuito e curioso ritrovamento di un libro dal valore inestimabile è stato sicuramente un gustosissimo e sofisticato ingrediente della pozione magica che ha portato in scena l’antichità adattandola ai giorni odierni, ma, per onor del vero, è importante sottolineare anche l’orgoglio con cui sono state tinte le parole dei professori verso gli alunni. È necessario che gli studenti siano circondati da adulti che li sostengono, ma soprattutto, che li lascino liberi di esprimersi, di approfondire e di essere curiosi di novità e di storia, di futuro e di passato, di ieri e di domani.

notte licei 2020 sant'alessandro

Questo è lo spirito che ha condotto gli studenti del liceo classico internazionale nella preparazione di questa serata. Benché le lezioni che frequentano siano per la maggior parte in lingua inglese e la struttura del loro corso di studi punti al progresso e all’innovazione, non si sono lasciati fermare dalla sfida proposta: il futuro è una sfida continua, ma senza passato non esiste futuro; questo i ragazzi del liceo internazionale lo sanno bene.

Aristotele disse: “Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco cos’è la felicità”! E forse, la “Notte nazionale del liceo classico” non si distanzia troppo da quest’aforisma. Ognuno, a proprio modo, deve essere libero di esprimere la grecità e la latinità come la vive, come la respira, come la immagina, dopo essersi addentrato nei grossi libroni impolverati che stanno sulle mensole delle biblioteche. Solo quando si è liberi di esercitare il proprio ingegno, le proprie conoscenze, la propria arte, si guarda al futuro con felicità e rispetto.

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