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Il caso

Villongo, sedicenne colpita da Sepsi ricoverata al Papa Giovanni

Dopo la morte fulminea di Veronica Cadei, un altro caso di sepsi è stato diagnosticato ad una sedicenne di Villongo subito ricoverata all'ospedale di Bergamo. Le sue condizioni non sarebbero gravi.

Ad uccidere Veronica Cadei, la studentessa 19enne di Villongo, non sarebbe stata la meningite ma un’infezione generalizzata fulminante.
Un caso di sepsi. Nella giornata di giovedì una ragazza di 16anni di Villongo che aveva gli stessi sintomi di Veronica è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Le sue condizioni non sarebbero gravi.

CHE COS’È LA SEPSI?

La sepsi – come riporta il sito Istituto Superiore di Sanità – è una rara complicazione di un’infezione, le cui conseguenze possono essere molto gravi e potenzialmente mortali. Consiste in una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo a un’infezione generalizzata che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento. Senza una cura immediata può provocare la morte.

Ogni anno si registrano in Europa 700.000 casi di sepsi, di cui almeno 1 su 5 con esito mortale.

La sepsi può colpire chiunque abbia contratto un’infezione, tuttavia, è più frequente in neonati, bambini, anziani e persone con malattie persistenti nel tempo (croniche) o altre condizioni mediche che indeboliscono il sistema immunitario.

Le persone ricoverate in ospedale, se hanno appena subito un intervento chirurgico o sono state sottoposte all’impianto di un dispositivo medico, come il catetere urinario o il catetere venoso, sono più esposte al rischio di sepsi. Più è lunga la degenza, maggiore è il rischio di svilupparla.

I primi sintomi causati dalla sepsi sono febbre elevata o abbassamento della temperatura corporea, brividi, aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria. Se non si interviene subito, la situazione può peggiorare rapidamente e ai disturbi (sintomi) iniziali se ne possono aggiungere altri, più gravi, fino ad arrivare allo shock settico, con crollo della pressione sanguigna.

La sepsi è provocata da un’infezione, presente in qualsiasi parte del corpo. Le infezioni di origine batterica sono la causa più frequente di sepsi. In rari casi sono implicate infezioni causate da virus o funghi.

Le infezioni più comunemente associate con la sepsi sono:

  • polmoniti
  • infezioni intra-addominali
  • infezioni chirurgiche
  • meningiti
  • encefaliti
  • infezioni renali
  • osteomieliti
  • endocarditi

Nel caso delle sepsi di origine batterica o fungina, il primo passo verso il loro sviluppo è il passaggio nel sangue dei batteri/funghi che hanno causato l’infezione localizzata. Quando ciò avviene, l’infezione si diffonde a tutto l’organismo ed è detta generalizzata o sistemica. Il secondo passo è la comparsa di un’esagerata risposta infiammatoria estesa a tutto l’organismo che causa danni a organi e tessuti.

L’accertamento (diagnosi) della sepsi si basa sull’osservazione dei disturbi (sintomi), sui risultati di analisi del sangue eseguite per evidenziare l’eventuale presenza di batteri/funghi o altri germi, su altri esami di laboratorio in grado di valutare il danno ai diversi organi e al loro funzionamento (disfunzione d’organo).

Se la fonte dell’infezione non è evidente, le analisi di laboratorio possono essere integrate da esami cosiddetti di diagnostica per immagini per individuare il focolaio infettivo e procedere con le cure più appropriate.

La terapia della sepsi include la somministrazione di antibiotici, di liquidi per via endovenosa, di ossigeno se necessario, di corticosteroidi e di ulteriori trattamenti a seconda della gravità del danno agli organi.

Nei casi gravi, e soprattutto se si verifica lo shock settico, è necessario l’immediato ricovero in ospedale, in un’unità di terapia intensiva. A causa del malfunzionamento degli organi vitali la sepsi può essere mortale. Tuttavia, se viene identificata e curata rapidamente, il recupero del malato può essere totale e privo di conseguenze a lungo termine.

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