Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la grazia a Umberto Bossi che, nel 2015 era stato condannato, nel dal tribunale di Bergamo a un anno e sei mesi di carcere per vilipendio al capo dello Stato (allora era Giorgio Napolitano), con l’aggravante della discriminazione razziale.
L’inchiesta, che aveva portato alla condanna del fondatore della Lega era nata dopo che un centinaio di cittadini lo avevano querelato per le offese rivolte a Napolitano in occasione della festa della Lega, la Berghem Frecc ad Albino, nel dicembre del 2011.
Durante quel raduno, Bossi aveva dato del ‘terun’ al presidente della Repubblica: “Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord. Altro che democrazia. D’altra parte nomen omen, si chiama Napolitano”.
A denunciare Bossi era stato anche il regista bergamasco Ermanno Olmi, poi scomparso nel maggio del 2018 a 87 anni.
“È una denuncia per cambiare il corso delle cose, che in Italia non cambiano mai e per restituire alle parole il loro peso” spiegò Olmi in un’intervista qualche giorno dopo. Il regista bergamasco, come tanti cittadini, decise di sottoscrivere le denunce messe in moto da insegnanti di Verona e da alcuni gruppi di cittadini che si erano estese, attraverso e-mail e sociale network, in dieci procure sparse da Verona e Bergamo a Milano e Bari.
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