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L’incontro

Olivero al Sermig: “Diamo fiducia ai giovani”

In occasione di “Per chi non ha voce”, appuntamento organizzato dal Sermig di Bonate Sopra

“Se vogliamo che i giovani credano in sé stessi, è necessario che diamo loro fiducia”. È questo il messaggio lanciato da Ernesto Olivero in occasione di “Per chi non ha voce”, appuntamento organizzato dal Sermig di Bonate Sopra.

Nel corso della serata il fondatore dell’Arsenale della Pace di Torino ha ribadito in particolare l’importanza del ruolo svolto dalle nuove generazioni, una posizione che potrebbe consentire loro di costruire futuro migliore.

“Se dovessi offrire un suggerimento ai ragazzi, consiglierei loro di non prendersela tanto con gli adulti, quanto piuttosto con i propri coetanei poiché avranno maggior probabilità di esser ascoltati da loro che dai primi – ha sottolineato l’attivista piemontese -. Mi piacerebbe che questo appello possa raggiungere anche Greta Thumberg e tutti coloro che la seguono perché la tutela del pianeta deve partire proprio da quest’ultimi”.

sermig bonate sopra

“Siamo di fronte a una generazione particolarmente reattiva, determinata ad offrire il proprio contributo senza illusioni – ha osservato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Ciò che mi rammarica è però la distanza che separa i giovani dalla politica. In democrazia ogni decisione, dalla più piccola alla più grande, passa da qui per cui sarebbe importante che nei prossimi anni il loro apporto cresca”.

A confermare la tesi avanzata da Olivero sono state le diverse testimonianze proposte durante l’incontro, dal progetto realizzato dagli studenti dell’Istituto Rubini di Romano di Lombardia alle iniziative promosse dall’Oratorio di Nembro, sino all’esperienza vissuta nelle scorse settimane da alcune componenti del Sermig in Giordania.

“Poco più di un mese fa abbiamo avuto modo di visitare l’Arsenale dell’Incontro di Madaba, unica struttura scolastica del paese in grado di accogliere bambini diversamente abili – ha raccontato Chiara Vitali -. Nel corso del nostro viaggio abbiamo avuto modo di scoprire un luogo di pace e di amore, dove le differenze di lingua o di religione non appaiono come un ostacolo”.

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Terminata la fase di organizzazione e di gestione dell’Appuntamento Mondiale per i Giovani della Pace, per i membri della sezione orobica dell’associazione si prospetta un periodo carico di sfide: “Abbiamo preparato un programma formativo che abbiamo inviato alle istituzioni del territorio e che intende coinvolgere i ragazzi attraverso una serie di laboratori. Oltre a ciò vogliamo proseguire con il lavoro svolto sinora all’interno del Centro di Smistamento Aiuti Umanitari”.

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