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Il caso

Insulti razzisti, il Capriate: “Sbagliato reagire, ma al prossimo ritiriamo la squadra dal campo”

Le parole del direttore generale Giuseppe Bulla, dopo il controverso episodio che ha visto protagonista il calciatore Mbengue Dara

Il capitano del Capriate lo comunicherà all’arbitro prima che inizi la partita: “Alla prima provocazione o insulto razziale rivolto ad uno dei nostri giocatori, la squadra lascerà il terreno di gioco”. Lo spiega il direttore generale della società, Giuseppe Bulla, squadra che milita nel girone D del campionato di Seconda Categoria, dopo il controverso episodio che domenica 27 ottobre ha visto protagonista uno dei suoi calciatori, Mbengue Dara, espulso e squalificato per 13 giornate dopo una brutta reazione alle parole di un avversario.

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“Negro di m. – si sarebbe sentito dire – torna al tuo paese!”. Il 24enne ha reagito insultando a sua volta l’avversario con delle frasi discriminatorie, le sole annotate dall’arbitro sul referto. Poi ha perso letteralmente le staffe danneggiando alcune panchine. Mbengue Dara – raggiunto al telefono da Bergamonews – non ha negato nulla di quanto viene imputato a lui. Si è sentito insultato e ha reagito, ammettendo di avere esagerato. Tant’è che nemmeno la società che lo ha tesserato farà ricorso contro la decisione del giudice sportivo.

Mbengue Dara
Mbengue Dara, 24 anni

“Per me – ha detto il ragazzo – il calcio non è un lavoro, ma una passione ed in quanto tale deve rendermi felice. Invece, da qualche anno a questa parte, spesso esco dal campo arrabbiato per questi episodi”. Dice infatti di volere abbandonare definitivamente il calcio, anche se per ripensarci avrà tempo, vista la lunga squalifica e la giovane età.

La dirigenza, in un comunicato, ha sottolineato che il calciatore in questione non era mai stato protagonista di episodi simili prima di domenica scorsa, definendolo “un atleta corretto in campo e fuori”. Ha anche messo per iscritto – ed è un passaggio senza dubbio significativo – che “nonostante la F.I.G.C si stia impegnando per sconfiggere il morbo della discriminazione territoriale, gli insulti a carattere razziale sono sempre più presenti nel calcio a tutti livelli”. Dal professionismo ai piccoli campi di provincia.

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