Saranno eseguiti lunedì prossimo, 30 settembre, gli esami autoptici sui corpi di Robertine Guira e della piccola Zarrab Rachida, madre e figlia morte martedì 17 settembre agli ospedali di Alzano Lombardo e di Bergamo durante il parto cesareo.
Il pubblico ministero Carmen Pugliese ha affidato l’incarico al medico legale Luca Tajana, che sarà affiancato dal professor Guido Bertorello, esperto in ginecologia e ostetricia. L’obiettivo è fare completa luce su quanto successo in sala parto.
L’ipotesi di accusa formulata dal sostituto procuratore Carmen Pugliese, che ha acquisito le cartelle cliniche, è di duplice omicidio nei confronti di 20 tra medici, ginecologi e ostetrici. Per la precisione sono 11 al Pesenti Fenaroli e 9 al Papa Giovanni.
Anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha inviato una task force di ispettori per accertamenti sull’accaduto. Mentre l’Asst Bergamo Est, di cui fa parte l’ospedale di Alzano, ha avviato un’indagine interna e l’Ats ha istituito una commissione di esperti affiancata da specialisti del Percorso nascite della Regione.
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L’ospedale di Alzano ha fatto sapere che durante il parto è insorta improvvisamente una grave emergenza ostetrica. Del tutto inutili le manovre rianimatorie sulla piccola. Nel frattempo si sono aggravate anche le condizioni della mamma, che dopo un arresto cardiocircolatorio è stata rianimata e trasportata d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è arrivata in fin di vita. Dopo un passaggio al pronto soccorso è morta nel reparto di Rianimazione.
Il marito Youssuf Guira, come la moglie originario del Burkina Faso, abita a Torre Boldone, in un condominio di via Bugattone alle porte della città, con le figlie di 7 e 11 anni, rimaste orfane della mamma. La donna, 36 anni, lavorava per un’impresa di pulizie di Bergamo come il compagno. I due vengono descritti come perfettamente inseriti nel tessuto sociale orobico.
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