“Ai piedi della bara del piccolo Tommaso c’era un girasole, piantato proprio da lui e fiorito al suo ritorno a casa. Guardate sempre in alto, come il girasole, cercate di continuare ad essere genitori solari, perché da questa sofferenza possano fiorire amore e speranza”.
Don Diego Ongaro, parroco di San Giovanni Bianco, rincuora papà Riccardo, mamma Cristina e il fratello Filippo nell’omelia del funerale di Tommaso Galizzi, 5 anni appena, morto annegato giovedì scorso nella piscina di un hotel a Silvi Marina, dove la famiglia stava trascorrendo le vacanze.
Giovedì scorso la tragedia: il piccolo avrebbe accusato un malore improvviso in piscina che l’avrebbe fatto finire rapidamente sott’acqua. Le urla disperate degli amichetti coi quali stava giocando hanno attirato l’attenzione del bagnino che prontamente si è tuffato per recuperare il bambino: nonostante un lungo massaggio cardiaco, poi proseguito anche dai soccorritori arrivati sul posto, per il piccolo non c’è stato più nulla da fare.
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La comunità di Cornalita e di San Giovanni Bianco ha partecipato commossa e attonita nella chiesa parrocchiale del paese. Una chiesa gremita, raccolta nel silenzio. Un silenzio che, come ricordato dal parroco, “comunica più di mille parole. Il silenzio di chi ha perso la fede, di chi si pone delle domande serie”.
Un silenzio colmo di domande, che può essere mitigato “dalle parole del cuore, che tengono vivo il ricordo di Tommaso” come hanno ricordato i genitori dei compagni di classe del fratello di Tommaso, amici che hanno accompagnato il corteo funebre con una rosa bianca. “Perché il ricordo è amore e l’amore è più forte della morte”.
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