• Abbonati
La tragedia in psichiatria

La mamma di Elena, morta a 19 anni nel rogo in ospedale: “Chiedo la verità” fotogallery

La madre della giovane coinvolta nell'incendio al Papa Giovanni: "Mi manca tantissimo, era agitata perché voleva tornare da me". Oggi prevista l'autopsia

Si domanda “perché lei e non io?”. Ripete di volere verità e giustizia per la sua Elena. Agli amici chiede di dedicarle un pensiero o una preghiera. Il suo presente è un diario di dolore, ancorato ai ricordi di quella figlia che non c’è più. Non riesce a darsi pace per quanto successo quel tragico martedì mattina, nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni, dove la figlia Elena Casetto, 19 anni appena, ha perso la vita nell’incendio al terzo piano della Torre 7.

“Ci ricorderemo di te felice, piena di gioia e con la certezza che l’amore per il prossimo, la natura, la musica, la poesia, possa farci vivere nella speranza di un mondo migliore” le scrive la madre. “Dove c’è una stella splendente, un uccellino che canta, un fiore che sboccia o un cucciolo che nasce ci sarai tu, la tua forza, la tua bellezza, i tuoi sogni. Questo ci darà la forza di Vivere”.

Le frasi che rivolge ad Elena sono accompagnate dalle foto di momenti allegri, spensierati. Foto di loro abbracciate, a spasso in città o al centro commerciale, mentre si scattano un selfie. Brevi filmati, frammenti di una quotidianità smarrita. “Quello che io non potevo darti adesso ce l’hai. Mi manchi tantissimo, il nostro amore è eterno. Mamma India”.

Con Bergamonews accetta di scambiare giusto qualche parola. Quasi un gesto di cortesia per l’interessamento. È scossa, dice di andare avanti a calmanti e chiede rispetto per il suo dolore.

Su quanto successo “ho una mia idea, ma ne parlerò al momento opportuno”, taglia corto la madre, che si è rivolta all’avvocato Giuseppe Capeto. “Ciò che voglio – ribadisce – sono pace e verità per Elena. Lo chiede anche la comunità brasiliana (la giovane, nata a Milano, ha cittadinanza brasiliana ndr). Quel giorno era agitata perché voleva tornare a casa da me”.

Da qualche tempo madre e figlia si erano trasferite a Osio Sopra. L’8 agosto Elena era stata ricoverata in psichiatria al Papa Giovanni, mentre cinque giorni dopo (“in preda a un forte stato di agitazione”, conferma l’ospedale in un comunicato) avrebbe provato a togliersi la vita prima di essere sedata e contenuta a letto dal personale.

I pazienti, secondo protocollo, andrebbero controllati ogni 15 minuti: prima sorvegliati a livello visivo, poi verificando i parametri vitali. Poco dopo l’ultimo controllo, verso le 10 – è stata la ricostruzione dell’ospedale – dalla stanza della ragazza sarebbero partite le fiamme, in breve estese a gran parte dell’arredo. Purtroppo, nessuno ha fatto in tempo a salvarla. La squadra antincendio interna, intervenuta con il supporto dei sorveglianti e dei tecnici, si è trovata davanti a un muro di fumo che ha reso inutile ogni sforzo.

La prima ipotesi circolata è che sia stata lei ad appiccare il fuoco, ma come? Forse il sedativo non aveva ancora fatto effetto ed è riuscita a liberarsi dai lacci? E se sì, con cosa avrebbe appiccato il fuoco? Nascondeva un accendino come si è detto?. L’ospedale, in una nota, ha comunque precisato di avere effettuato la perquisizione personale e della stanza prevista in psichiatria, al fine di ritirare gli oggetti potenzialmente pericolosi.

C’è poi un altro tema sul quale si stanno concentrando le indagini: la rapidità con cui si sono sviluppate le fiamme. Il tipo di materiale presente all’interno della stanza è stato acquistato per essere resistente al fuoco. In una parola, ignifugo. E allora, come ha fatto il materasso a bruciare così velocemente? E le lenzuola?.

L’Unione nazionale della associazioni per la salute mentale e il garante nazionale dei detenuti hanno posto un’altra serie di interrogativi. Ad esempio, chi aveva il compito di vigilare la 19enne? Quanti operatori erano in servizio quel martedì mattina? Dov’erano al momento del rogo? Insomma, se è vero che aveva manifestato poco prima intenzioni pericolose, è stato fatto il possibile per evitare la tragedia?.

“La morte di una giovane donna ci addolora profondamente” hanno fatto sapere dall’ospedale Papa Giovanni, esprimendo vicinanza alla famiglia della giovane. Nel frattempo il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, allo stato attuale a carico di ignoti. Chi indaga non esclude nessuna pista, in attesa dell’autopsia (prevista oggi) e delle indagini che proseguono per ricostruire la verità dei fatti. Qualunque essa sia, come chiede la mamma di Elena.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Il rogo all'ospedale Papa Giovanni
Bergamo
Nata la commissione Ats per far luce sul rogo all’ospedale e sulla gestione delle emergenze
Il rogo all'ospedale Papa Giovanni
I nodi del caso
Rogo in ospedale, indagini in corso: il giallo del materasso e dell’accendino
Elena Casetto
Il 13 agosto 2019
Elena morì nel rogo in ospedale: “Mai più contenzione nelle strutture sanitarie”
incendio ospedale
Bergamo
Morì nell’incendio del Papa Giovanni: “La ricorderemo in silenzio, senza slogan urlati”
Elena Casetto
Il rogo in psichiatria
Il dramma di Elena, morta bruciata a 19 anni nel letto d’ospedale: 2 indagati
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI