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Il ricordo

Mazzoleni: “Pesenti? Un capitano d’industria e uomo di grande sensibilità”

Mario Mazzoleni, già presidente di Confindustria Bergamo e di Assolombarda, ricorda il Cavalier Giampiero Pesenti, presidente onorario di Italmobiliare e per anni di Italcementi, scomparso all'età di 88 anni

“Sono molto addolorato per la scomparsa dell’ingegner Giampiero Pesenti” il tono di voce di Mario Mazzoleni, già presidente di Confindustria Bergamo e di Assolombarda, si abbassa di un tono mentre ricorda il presidente onorario di Italmobiliare e per anni di Italcementi, scomparso a 88 anni.

“Non so se l’ingegner Pesenti mi considerasse un amico, io lo consideravo tale. Al di là della statura imprenditoriale che, peraltro, è nota a tutti e non sto a ripetere tutti i suoi successi. Anche se di uno devo fare menzione: è la scalata di Italcementi a Ciments Français. Una vera operazione di acquisizione da parte di un’azienda italiana di un colosso estero. Altri imprenditori ci avevano provato, da Pirelli a De Benedetti, ma nessuno di loro con esito positivo. Quella di Giampiero per la Ciments Français pareva a tutti un’operazione temeraria. Anche perché si trattava di un’azienda, Italcementi che quotava uno, e che acquisiva un colosso quotato cinque. Fu un’operazione senza pari che dimostra la sua statura di capitano d’industria”.

Mazzoleni si prende un attimo di pausa ricordando quegli anni. Poi riprende. “Giampiero l’ho conosciuto bene e da vicino grazie alle vacanze a Punta Ala, una località che Italcementi prese e lanciò a tutti gli effetti nelle mete del bel turismo. Era un frequentatore abituale, ci siamo visti e frequentati per anni. E in quegli anni ho avuto modo di scoprire e conoscere un uomo completamente diverso dall’immagine pubblica, dove appariva poco, era parco di parole e misurato nei gesti, sembrava – mi sia permesso di dirlo – una persona fredda. Ed invece, a Punta Ala, accanto all’adorabile moglie Franca, una donna meravigliosa, Giampiero si mostrava per la sua grande sensibilità e umanità. Era un amante della vela, un giorno mi portò con la sua barca fino all’isola del Giglio. Un vero sportivo, posso testimoniarlo perché l’ho visto volteggiare sul surf…”. La voce di Mazzoleni si riscalda in un sorriso ricordando quei momenti.

“E poi ho avuto l’onore di averlo come presidente della commissione dei saggi dell’Unione degli Industriali che nel 1989 mi chiamò a guidare. Mi ricordo che in quell’occasione mi fece moltissime domande e mi diede molti consigli. Io ero così spaventato nel trovarmi davanti a un capitano dell’industria italiana che a un certo punto ricordo di avergli chiesto: ‘Scusi, non ha un candidato alternativo?’ Ma Giampiero tirò dritto e divenni presidente dell’Unione Industriali di Bergamo, quella che per tutti oggi è Confindustria”.

“Sono stato molto legato a Giampiero Pesenti, forse anche per ragioni anagrafiche, anche se ho conosciuto le tre generazioni dei Pesenti: il papà Carlo, il figlio Giampiero e il nipote Carlo. Di Giampiero mi è sempre piaciuta molto la sua umanità. Era un saggio e alla morte del padre Carlo seppe concentrarsi sul core business di Italcementi e renderla grande. Dico saggio perché, seppure uomo ormai adulto e maturo, si affidò ai consigli di Cuccia ed entrò nel salotto buono dell’industria e della finanza italiana. Credo che a consigliarlo di andare da Cuccia fosse stato l’avvocato Agnelli. Stiamo parlando davvero di un’altra epoca, dove Giampiero è stato un grande”.

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