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L'incontro

Abiti in affitto e tessuti in fibra di latte: il filo che lega le start up al tessile fotogallery

Promosso da Confindustria Bergamo il progetto "Ti presento una startup” con l’obiettivo di facilitare un modello collaborativo di open Innovation tra le aziende associate e le startup innovative. La prima “call” è stata lanciata sul comparto Tessili e Moda

C’è la start up Origami che ha creato un brand di abbigliamento per neonati realizzato in fibra di latte e cotone organico per capi ecofriendly, a basso impatto ambientale, e Neogenes che offre un servizio di abiti per bambini, in affitto, con sostituzione periodica, in circular economy. C’è la start up Dis che grazie alla tecnologia, realizza scarpe personalizzate attraverso un formidabile configuratore 3D e le consegna in meno di dieci giorni, ed Eligo che ha inventato la figura del sartorialist grazie ad una piattaforma online in grado di valorizzare il made in italy e fare da filo conduttore tra domanda e offerta.

Nella splendida cornice del ristorante Da Vittorio La Cantalupa, a Brusaporto, il gruppo giovani di Confindustria Bergamo in collaborazione con il Gruppo Tessile-Moda ha condiviso “Ti presento una start up”, iniziativa con la quale i giovani imprenditori si sono posti come soggetto intermediario tra la “old economy” e la “new economy”, facilitando un modello collaborativo di open innovation tra le aziende associate a Confindustria Bergamo e le start-up innovative.

La prima “call” è stata lanciata con focus sul comparto Tessili e Moda, un comparto storico dell’associazione, che rappresenta aziende fortemente radicate sul territorio provinciale con 99 imprese per un totale di oltre 6.500 dipendenti, con l’obiettivo di stimolare un efficace incontro tra domanda e offerta di innovazione. “A Bergamo c’è l’intera filiera del tessile -ha sottolineato Chiara Ferraris, presidente del Gruppo Tessili e Moda di Confindustria Bergamo-. Abbiamo fatto squadra per far in modo che, sulla strada della open innovation, l’idea si trasformasse in un progetto, in un’opportunità per tutto il mondo tessile e per i giovani delle start up”.

L’iniziativa ha visto al fianco di Confindustria Bergamo anche la società di consulenza strategica Bain & Company e ha comportato la selezione dei progetti delle startup da parte di un comitato composto da componenti del Gruppo Giovani con il supporto del team Innovazione. Trenta le candidature raccolte da tutta Italia per venti idee selezionate, di cui due provenienti dall’estero.

“Ci siamo focalizzati – racconta Diego Lussana, vice-presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo – su due idee di fondo, la prima è stata ricercare le migliori startup innovative coerenti con le esigenze e le richieste di innovazione da parte delle aziende associate, la seconda è stata quella di avvicinarsi al mondo dell’innovazione con un modello aperto alle contaminazioni esterne”.

Quattro i temi attraverso i quali sono state selezionate le start up: innovazione di prodotto; economia circolare; tracciabilità del prodotto e strumenti di comunicazione e marketing per il mercato B2C.

Per quanto riguarda l’innovazione di prodotto la start up Naimoli Tech produce e commercializza tessuti riscaldanti innovativi, realizzati con fibre di carbonio integate nel filo, mentre la Fili Pari ha brevettato un microfilm contenente polvere di marmo.

Per l’economia circolare la start up Ego propone un servizio di condivisione abiti. Per la tracciabilità di prodotto 1TRUEID si offre come una soluzione basata sulla tecnologia per la tracciabilità degli oggetti, sulla verifica della loro autenticità e sul l’ingaggio con il consumatore finale, una sorta di passaporto digitale.

Per quanto riguarda la comunicazione e il marketing B2B la start up Competitor è in grado di monitare quotidianamente i prezzi di tutti i prodotti indicati dal cliente in tutto il web, restituendo informazioni su variazioni di prezzo, politiche di sconto di concorrenti e distributori mentre My Closet è un’intelligenza artificiale che suggerisce la taglia più adatta in base alle misure e confronta i dati dell’utente con le schede tecniche dei capi d’abbigliamento.

“Il progetto – ha concluso Ferraris – potrebbe diventare un format replicabile sulle peculiarità dei diversi settori merceologici”.

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