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Il caso

Vertice a Tunisi: impegno del Governo per la piccola Latifa Bahri figlia di una bergamasca

Su sollecitazione del titolare del Viminale, le autorità tunisine hanno confermato l’impegno per ritrovare il padre e la bambina, anche attraverso la più intensa attività di intelligence, per riconsegnarla alla madre, che non vede la figlia dal giorno del rapimento

Importante aggiornamento dal vertice bilaterale tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il suo omologo tunisino Hicher Fourati in merito alla vicenda della bambina Latifa Bahri, nata a Bergamo il 9 gennaio 2013, figlia della bergamasca Laura Rota, sottratta dal padre nel 2015 e tenuta nascosta in Tunisia con la complicità della cerchia familiare.

Su sollecitazione del titolare del Viminale, le autorità tunisine hanno confermato l’impegno per ritrovare il padre e la bambina, anche attraverso la più intensa attività di intelligence, per riconsegnarla alla madre, che non vede la figlia dal giorno del rapimento e di cui ha ottenuto, lo scorso 16 gennaio 2019, dalla Corte di appello di Tunisi l’affidamento definitivo.

Bergamonews aveva lanciato nel 2016 l’appello della mamma di Latifa, disperata (leggi)

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