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L'intervista

Legittima difesa, il magistrato Dettori: “Più pistole non significa maggiore sicurezza”

Il sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo: "Più che inasprite, le pene andrebbero effettivamente inflitte"

In Italia la difesa è legittima. Con il via libera del Senato, il Parlamento ha approvato in via definitiva la riforma fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini. Nove in tutto gli articoli i quali, oltre ad apportare modifiche in materia di legittima difesa domiciliare e di eccesso colposo, intervengono su alcuni reati contro il patrimonio (furto in abitazione e rapina) e sul delitto di violazione di domicilio. Un provvedimento accolto con soddisfazione a Palazzo Chigi e con qualche malumore tra i magistrati.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo Gianluigi Dettori si è occupato del caso di Angelo Cerioli, il commerciante 52enne di Caravaggio, che la notte del 25 novembre 2012 sparò nel buio con la pistola uccidendo Dumitru Baciu, 46 anni. Due colpi del suo revolver freddarono Baciu che aveva preso a mazzate la vetrina del negozio di articoli di giardinaggio di Cerioli per rubare alcuni attrezzi e l’incasso. L’uomo venne assolto dal giudice perchè “non c’era prova della sua responsabilità”.

Il Governo esulta per l’approvazione della legittima difesa, da magistrato cosa ne pensa?

Da magistrato non posso che prendere atto della nuova norma, che applicherò nel rispetto della Legge.

È la soluzione giusta per ridurre scippi, furti e rapine in Italia?

Non so dire se sia la soluzione giusta, nel senso che – in generale – ritengo che il monopolio della forza sia una degli elementi che caratterizzano l’esistenza di uno Stato democratico, e che pertanto non dovrebbe mai essere delegata ai privati cittadini.

Immagino però che alla base di questa scelta legislativa ci siano studi e ragionamenti di esperti di sociologia e di criminologia che hanno ritenuto efficace una tale norma per fronteggiare il fenomeno.

Onestamente posso dire che un inasprimento delle pene edittali e un maggiore ampiezza della norma che legittima l’autodifesa – pure previste – siano assolutamente inefficaci se non accompagnati dalla effettività delle pene inflitte. Mi spiego: la sanzione penale ottiene un effetto deterrente (nei confronti dell’imputato ma in generale nei confronti della collettività) solo se dopo essere stata minacciata, in caso di trasgressione, sia stata effettivamente inflitta; altrimenti si rischia di non essere credibili nella struttura del sistema penale, che appare essere un “carrozzone” che celebra i processi come se fossero rappresentazioni teatrali, senza reali conseguenze.

Con più facilità a sparare, c’è il rischio di un “Far West” nel nostro Paese?

Chiamarlo “Far West” mi sembra un’esagerazione, ma sicuramente la norma legittima l’utilizzo più disinvolto dell’autodifesa e delle armi, con conseguenze che potrebbero in concreto essere addirittura contrarie all’obiettivo di maggiore sicurezza.

A voi magistrati cosa cambia in concreto con questa legge?

Secondo i primi commentatori, la norma sottrae alla valutazione del giudice il giudizio di proporzione tra offesa e difesa, presumendola sempre sussistente per legge. Credo che i magistrati non debbano sindacare le scelte politiche (come del resto la politica non dovrebbe sindacare le scelte della Giurisdizione), fermo però restando che l’Associazione Nazionale Magistrati ha già avanzato alcuni dubbi di costituzionalità della legge, che dovranno comunque essere valutati attentamente e obiettivamente. Osservare la Legge significa anzitutto osservare la Costituzione, e se emergessero profili di dubbio costituzionale dovranno essere sollevati.

Lei aveva seguito il caso Cerioli, il commerciante che sparò e uccise un ladro a Caravaggio, che venne poi assolto. A distanza di sei anni, ritiene giusta la decisione del giudice?

Non commento mai le decisioni dei tribunali, che si devono rispettare ed eventualmente impugnare nelle sedi opportune. Io proposi appello avverso tale decisione, evidentemente non condividendola, che però venne confermata. Ne presi atto e rispettai quella sentenza.

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