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Vertenze Cisl, licenziamenti in calo ma cresce il lavoro nero: recuperati 11 milioni per 2800 lavoratori

Chi si rivolge agli uffici del sindacato è spesso uomo, italiano e assunto a tempo indeterminato

Uomo, italiano e assunto a tempo indeterminato. È l’identikit del lavoratore che si rivolge all’ufficio vertenze della Cisl (Sindacare): lo fa sostanzialmente per recuperare crediti che l’azienda, spesso fallita, non ha versato o per ricorrere contro un licenziamento. Sono dati che escono dal rapporto 2018 di Sindacare, l’ufficio di via Carnovali che, grazie al lavoro di 12 operatori ha permesso di recuperare oltre 11 milioni di euro a favore di circa 2.800 lavoratori che si sono rivolti individualmente allo sportello.

Il settore dei servizi, del commercio e della cooperazione sociale ha coperto, da solo, quasi la metà delle pratiche svolte durante il 2018: il 47% dei ricorsi fatti per mancati pagamenti di stipendi o TFR e il 46 dei licenziamenti ingiustificati appartengono al comparto del terziario; poi seguono l’industria (25.5%), l’edilizia (12.8%) e il mondo dei trasporti e delle cooperative di facchinaggio (9.5%). Nel 2018 sono state aperte 806 pratiche per vertenze e 756 per fallimenti di azienda.

“La gente ha ancora bisogno degli uffici vertenze – dice Salvatore Catalano, responsabile dell’ufficio vertenze della Cisl di Bergamo. Malgrado una diminuzione progressiva, dobbiamo dire che la gente è ancora tanta, se consideriamo che il livello occupazionale si è abbassato in misura considerevole…. Nel caso specifico dell’Ufficio della Cisl, poi, nonostante i fallimenti abbiano avuto un sensibile aumento, il numero dei lavoratori che si è rivolto a noi per questo particolare aspetto non è cresciuto, per via della ridotta dimensione delle aziende fallite. I lavoratori che si rivolgono agli uffici vertenze non hanno strumenti per fare da sé, e la nostra assistenza è diversa non solo in termini economici, e rimaniamo un punto di riferimento importante per loro. Continua costante l’ aumento delle vertenze legate al recupero dei crediti: molte aziende non pagano e i lavoratori devono ricorrere al sindacato”.

Rispetto all’anno scorso l’Ufficio Vertenze della Cisl di Bergamo ha assistito 301 lavoratori in meno, “ma non perché sia calato il bisogno di tutela – sottolinea Catalano – i licenziamenti calano, così come il numero delle persone che presenta cause relative a infortuni, malattie professionali e danno biologico. Aumentano invece i nostri interventi per sanare situazioni relative al lavoro nero o alla illegittimità di alcune forme contrattuali: la gente, per fortuna, inizia a avere coscienza dei propri diritti”.

“Va evidenziato l’importante lavoro di tutela e di recupero crediti da parte del nostro Ufficio Vertenze – aggiunge Danilo Mazzola, segretario provinciale della Cisl con delega al mercato del lavoro. La suddivisione delle singole pratiche, per tipologia di settore, evidenzia come sia cambiato il mercato del lavoro bergamasco. Per quanto riguarda i 756 lavoratori coinvolti nei fallimenti e nei concordati del 2018, la prevalenza è rappresentata da lavoratori di imprese metalmeccaniche e dell’edilizia, con quasi il 61 % delle pratiche. Mentre per le 806 vertenze individuali per recupero
crediti e licenziamenti, il settore più coinvolto è quello del commercio e servizi, con il 47%”.

I dati occupazionali fanno da specchio al lavoro svolto nel 2018 dall’Ufficio Vertenze. “Nei settori del manifatturiero e delle costruzioni, dal 2008 al 2017, l’occupazione è diminuita di 29
mila unità, 15 mila in edilizia e 14 mila nel manifatturiero, pur rimanendo quest’ultimo il settore primario in provincia, con circa 125 mila occupati – illustra Mazzola -, mentre il settore del commercio, ristorazione e servizi è cresciuto di circa 20 mila occupati in dieci anni”.

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