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La lettera

Frana di Ardesio, “quell’isolamento che pesa sulla dignità di noi montanari”

Walter Semperboni, residente a Val Bondione, scrive una lettera sulla frana ad Ardesio che ha isolato l'Alta Val Seriana.

Walter Semperboni, residente a Val Bondione, scrive una lettera sulla frana ad Ardesio che ha isolato l’Alta Val Seriana. 

Gentilissima Redazione,
gradirei un piccolo spazio per denunciare lo stato di abbandono in cui le Istituzioni, per l’ennesima volta ci hanno lasciato.
Mi riferisco alla frana caduta nel tratto di strada denominata “Ponte seghe”,strada che unisce il Comune di Ardesio con gli ultimi Paesi dell’alta Valle; Valle che vive di Turismo, di Lavoratori  pendolari, di Aziende che per rifornirsi,hanno bisogno di mezzi pesanti che purtroppo non possono transitare sulla strada che unisce Bani a Novazza, usata in questi giorni per far fronte all’emergenza.

Ritengo paradossale che si parli di emergenza, ma da sabato ad oggi è cioè dopo ben 4 giorni, non si scorfano operai e ditte che lavorino alacremente per ripristinare in tempi brevi la viabilità.

Spiace e si rimane stupiti nell’ascoltare interviste dove amministratori asseriscano come non esista nessuna emergenza e pensino di avere svolto il proprio ruolo istituzionale, semplicemente condividendo un volantino con altri amministratori, che almeno gli ultimi hanno partecipato al summit tenutosi in quel di Ardesio.
Ora in tutto questo bailamme si dice che la priorità debba essere la sicurezza, sicurezza che imporrebbe pure la prevenzione, visto che se la frana fosse caduta in un diverso orario, staremmo piangendo e parlando di tragedia, annunciata o meno, importerebbe poco.

Tra i tanti interrogativi, a cui vorremmo risposta da chi ci amministra e da chi ricopre ruoli istituzionali, se non ci fosse stata la “Bani-Novazza”, i Paesi dell’Alta Valle sarebbero completamente bloccati da ben quattro giorni e per quanti lo sarebbero ancora?

Si rimane altresì allibiti, stupiti ed amareggiati sentendo sindaci che senza empatia ed in senso spregiativo, dichiarino che questi malumori, siano solamente invenzioni da cavalcare nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative.

Senonché non esista nessun calcolo elettorale, ma solamente il prodigarsi per il bene delle Nostre Vallate, cercando di colmare quel gap, quel divario dovuto a disinteresse e manifesta incapacità da parte di chi abbia accettato ruoli non consoni alla propria persona e personalità.

Da anni continuo nel dire come una Valle senza sbocchi non possa avere futuro, ritenendo che in molti periodi causa frane o valanghe rischiamo l’isolamento dal resto della Valle; ecco il perché delle mie lamentele, lamentele che non sono fine a sé stesse visto che un’ottima soluzione per toglierci da questo isolamento sarebbe creare il “Valico della Manina”, ed in questo preciso momento,
a riguardo della frana, sarebbe auspicabile l’intervento del Genio civile o militare per la posa momentanea di un ponte che ripristini la viabilità, nell’attesa della messa in sicurezza del movimento franoso.

Termino scrivendo e urlando che pure a Noi Montanari vada data la stessa dignità nel vivere il più possibile sereni sapendo di non essere in balia del tempo e del destino.

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