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La storia

Inquisizioni, misteri e divisioni: 75 anni di litigi per la Madonna delle Ghiaie

Il decreto di "non consta" resta in vigore, ma la Curia di Bergamo ha dato una storica apertura alla venerazione della "Vergine della Famiglia"

Ha trovato un epilogo, 75 anni dopo, la vicenda delle presunte apparizioni mariane alle Ghiaie di Bonate.

Quella comunicata da monsignor Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, è una soluzione che mette un po’ tutti d’accordo – fedeli, devoti, Curia di Bergamo e Vaticano -, che arriva proprio per seppellire veleni e accuse che in 75 anni si sono susseguiti senza trovare vie d’uscita. Fino ad oggi, appunto.

IL VESCOVO BESCHI AUTORIZZA IL CULTO ALLA MADONNA DELLE GHIAIE – L’ARTICOLO

Il decreto di “non consta” (che non conferma la veridicità delle miracolose apparizioni e nemmeno le nega, lasciando il giudizio in sospeso) resterà in vigore, nessuno metterà mano a quanto deciso da monsignor Adriano Bernareggi nel 1948, ma quello delle Ghiaie di Bonate da mercoledì 13 febbraio è diventato ufficialmente un luogo di culto, nel quale è possibile venerare la “Madonna della Famiglia”.

Basta litigi, basta divisioni: a 75 anni di distanza dalle presunte tredici apparizioni della Vergine alla piccola Adelaide Roncalli (all’epoca dei fatti la veggente aveva 7 anni – nella foto sotto) alle Ghiaie di Bonate si potrà pregare con il benestare della Chiesa.

A generica

Riconosciuta o meno, sono sempre interessati poco i giudizi di Curia e Vaticano alle migliaia di fedeli che in questi 75 anni non hanno smesso di venerare la Vergine orobica: a maggio, nei giorni delle presunte apparizioni, le strade della piccola frazione di Bonate Sopra sono sempre invase dai pellegrini in arrivo da tutto il mondo.

Forse anche per questo monsignor Francesco Beschi, dopo anni di discussioni infinite, ha deciso di riconoscere il luogo di culto.

Eppure la storia di queste apparizioni (che è ancora d’obbligo definire “presunte”) resta controversa e poco chiara in diversi suoi punti: ci sono questi incontri che la piccola Adelaide (nella foto sotto) avrebbe avuto con la Madonna, tredici in tutto tra 13 e il 21 maggio 1944; ci sono l’entrata in scena di don Luigi Cortesi, le sue indagini, l’isolamento della piccola, uno scritto di ritrattazioni che la bimba ha firmato un anno dopo, nel settembre del ’45, forse sotto le pressioni di chi quelle apparizioni non ne voleva sapere.

Ci sono anche decine e decine di miracolati che in 75 anni hanno testimoniato di aver subito guarigioni inspiegabili, anche a detta dei dottori.

E poi c’è un documento ufficiale, firmato davanti a un notaio, che Adelaide Roncalli, ormai donna, ha scritto il 20 settembre 1989 per riaffermare una volta per tutte la veridicità di quei fatti.

Adelaide Roncalli

La diocesi, come detto, nel 1948 si è espressa con la formula “non constat de supernaturalitate” che, di fatto, ha sospeso il giudizio, non confermando la veridicità delle apparizioni, ma neppure negandole.

Ma dopo oltre settant’anni la devozione alla Madonna delle Ghiaie non solo non si è affievolita, ma è addirittura incrementata: le orazioni e le processioni intorno alla cappella delle Ghiaie di Bonate non sono mai finite. E dal 1997 arrivano a pregare nel paesino dell’Isola bergamasca persino gli ortodossi.

Ora, il Vescovo di Bergamo non può cambiare il destino delle cose dal momento che il decreto di “non consta” potrebbe essere modificato solamente ed esclusivamente di fronte a documenti o testimoni nuovi che possano cambiare drasticamente la ricostruzione dei fatti. Cosa che, in questo caso, non è avvenuta.

Ma l’apertura della Curia, che ora riconoscerà la cappella di Ghiaie come luogo di culto, è da considerarsi storica.

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