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42 anni fa

Dalmine ricorda D’Andrea e Barborini, i poliziotti uccisi da Vallanzasca

Mercoledì è stata celebrata la cerimonia di fronte al monumento a loro dedicato sul luogo della tragedia

Avevano solo 27 e 31 anni, quando in un giorno di servizio come tanti furono barbaramente uccisi dalla banda di Renato Vallanzasca. A 42 anni da quella tragica domenica del 6 febbraio 1977, Dalmine ha ricordato Luigi D’Andrea e Renato Barborini, i due poliziotti assassinati nei pressi del casello autostradale di Dalmine.

Mercoledì è stata celebrata, come ogni anno, di fronte al monumento a loro dedicato sul luogo della tragedia, la cerimonia in ricordo. Presenti diversi rappresentanti delle forze dell’ordine, esponenti politici e parenti della vittime, tra cui in prima fila la moglie di D’Andrea, Gabriella Vitali.

Il ricordo di D’Andrea, brigadiere di pubblica sicurezza, originario di San Nicola La Strada (CE), e dell’agente Barborini, nativo di San Michele all’Adige (TN), è ancora vivo nella mente dei bergamaschi e non solo.

Quella mattina poco prima di essere uccisi, avevano intimato l’alt a una vettura che procedeva a forte velocità zigzagando. A bordo, tre persone, Vallanzasca e due suoi complici, Michele Giglio e Antonio Furiato. Erano in fuga dopo aver ricevuto il pagamento per il sequestro di Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore milanese.

Quando gli agenti si avvicinarono per controllare l’autovettura, due degli occupanti, tra cui “Il bel Renè” scesero. È a questo punto che esplose, come un fulmine a ciel sereno, il conflitto a fuoco. Terminata la sparatoria a terra rimasero i corpi senza vita di D’Andrea e Barborini, diventati un simbolo della lotta alla criminalità.

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