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L'intervento

Bombassei: “L’Europa, gigante industriale e nano politico, sbaglia sull’auto elettrica”

In occasione del convegno “Bergamo città d'Europa”, il patron della Brembo non risparmia le critiche all'attuale modello d'Europa e torna a parlare della spinta sui motori elettrici che rischia di essere un autogol.

Da “fiero sostenitore dell’Europa” come si dichiara, non può fare a meno, da imprenditore, di criticare profondamente l’attuale modello di Unione, incastrata nel paradosso di essere “un gigante dell’industria ma un nano a livello politico”: Alberto Bombassei, numero uno della Brembo che produce dividendi in ogni angolo del pianeta, non risparmia le critiche e invita a una veloce riforma di un Ente sovranazionale che pare aver perso la bussola.

Lo fa a Bergamo, chiamato a dare il proprio contributo durante il confronto organizzato da Cisl e Università sulle prospettive e sull’imminente futuro che attende l’Unione Europea: un dibattito “stimolante, su temi concreti che riguardano la vita del nostro territorio, le nostre imprese e i nostri lavoratori – ha sottolineato – L’Europa è diventato un facile bersaglio sui cui vengono riversate le accuse, perchè è sempre colpa dell’Europa. Però credo anche che un po’ di autocritica vada fatta”.

Bombassei porta subito il discorso su binari familiari, quelli dell’economia e del lavoro: “Il vero tema da affrontare è quello della produttività, insieme alla riforma dell’intero mercato del lavoro. Sono argomenti quasi scomparsi dal dibattito politico, economico e culturale del Paese. Lo constato con amarezza ma da imprenditore non posso limitarmi a prenderne atto. Dobbiamo rimettere al centro di tutto la crescita, gli investimenti per raggiungerla, lo sviluppo: oggi non ci sono proposte concrete, si parla solo di reddito di cittadinanza e quota cento”.

Ma anche in Europa, continua Bombassei, la situazione non cambia: “L’unico dibattito economico è quello su Euro e sovranità nazionale. Poi sembra che l’unica partita si giochi sulla gestione e l’accoglienza dei profughi. Ci stiamo dimenticando di cosa l’Europa può rappresentare”.

Sulle conseguenze, il patron di Brembo non ha dubbi: “Rischiamo di sprecare l’opportunità di recupero in termini di produttività. Dall’agenda politica è scomparsa la riforma del mercato del lavoro in funzione della trasformazione digitale in atto. Si parla, per un pregiudizio, di robot che rubano il lavoro alle persone. Niente di più sbagliato: Brembo usa da anni i robot e continua ad assumere, perchè le imprese tecnologicamente avanzate creano lavoro. Si è totalmente persa di vista la necessità di riconvertire la professionalità dei lavoratori per non farli uscire dal ciclo produttivo. L’impresa 4.0 è una grande occasione e posso dire, nella mia breve esperienza parlamentare, di aver contribuito con il ministro Calenda a diffonderne il pensiero”.

In un periodo di grandi trasformazioni, dagli orari alle modalità di lavoro, Bombassei critica la “corsa ad escludere le parti sociali dal processo decisionale: questo Governo pare l’abbia fatto volutamente, come se noi che ci siamo dentro non conoscessimo meglio di altri la materia. Sarò di un’altra generazione, ma non ne capisco i vantaggi”.

Poi l’imprenditore bergamasco torna a parlare di auto elettrica, tema già affrontato recentemente e presa di posizione che gli è già costata pesanti critiche: “Il bonus per l’acquisto di un’auto elettrica è una di quelle misure estemporanee ed unilaterali che non ritengo di aiuto in questo momento. Lo ribadisco, non sono contrario alle vetture elettriche ma la mia preoccupazione è che questa trasformazione vada fatta con gradualità e intelligenza. Si premia l’acquisto senza considerare che l’Italia non le produce e che il costo al momento non è alla portata di tutti. Contestualmente si penalizzano le vetture più economiche, come il diesel, che è ancora il più utilizzato dalle famiglie e nelle ultime sue versioni non è così inquinante come vorrebbero farci credere. Fosse dipeso da me avrei incentivato invece la rottamazione: in Italia circolano circa 5 milioni di auto tra l’Euro 0 e l’Euro 3, avremmo sostenuto la nostra occupazione. Invece siamo schiavi di un pregiudizio ambientale e di un’Europa che ha imposto limiti sempre più stringenti”.

Poi Bombassei spiega ancora meglio il suo pensiero, parlando in soldoni di un autogol: “Il passaggio all’elettrico, così, è senza paracadute e rischia di costarci un milione di posti di lavoro. È una trasformazione che avverrà, ma va fatta con intelligenza e con il supporto di imprese e lavoratori. E attenzione, perchè in questo mercato i cinesi hanno consolidato da tempo il loro knowhow e dovremo fare i conti con loro. L’unità europea è l’unico modo per salvaguardare imprese, lavoro e il nostro mercato. Allora perchè l’Unione Europea non ha fatto nulla per difendere l’industria dell’auto? Eppure l’economia europea è spinta da quella tedesca che si basa sul mercato dell’auto. E l’auto europea è ancora ancora al diesel che ora ci viene imposto di abbandonare. L’Europa, gigante dell’industria, è un nano a livello politico e non può non fare autocritica e andare verso una riforma. Sono temi che mi piacerebbe riempissero il dibattito pubblico. Si parta dalla politica industriale e dalla tutela dei posti di lavoro esistenti, dalla creazione di occupazione in base ai cambiamenti tecnologici: non possiamo permetterci di rinunciare a tutto questo”.

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