Claudio Galimberti, conosciuto come il “Bocia”, è stato assolto dall’accusa di aver violato la sorveglianza speciale “perché il fatto non sussiste”.
Il 10 luglio 2016 partecipò alla presentazione dell’Atalanta allo stadio comunale incitando i cori in un luogo pubblico con molte persone, quindi secondo l’accusa partecipò a una riunione pubblica a lui vietata in quel periodo. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a quattro mesi di arresto.
L’avvocato Andrea Pezzotta, per la difesa, aveva chiesto l’assoluzione, sottolineando come quella allo stadio non fosse una partita, ma una festa. Pezzotta aveva citato un caso simile in cui la Cassazione, nell’aprile 2018, ha annullato una sentenza “perché il fatto non sussiste”. Il tifoso, sorvegliato speciale, in quel caso era andato allo stadio per la partita Matera contro Casertana.
La sentenza citata dall’avvocato aveva recepito quella della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che condannò l’Italia per una vicenda simile che riguardava la violazione del dettame di comportarsi correttamente. La sostanza e la stessa, secondo Pezzotta: “I precetti sono troppo generici, la Cedu ha espresso preoccupazione per la compromissione della libertà di riunirsi garantita dalla Costituzione”.
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