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Fondazione lemine

Corna Imagna studia gli edifici storici per tornare ad abitare nelle contrade

La ricerca, affidata a un èquipe dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha interessato lo studio di diversi edifici religiosi, fortificati e civili risalenti ad un periodo compreso fra l’XI e il XVI secolo

Ricostruire la storia di un luogo e valorizzarne il patrimonio edilizio attraverso l’osservazione delle strutture che lo compongono: è questo l’obiettivo di alcuni archeologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che nella serata di venerdì 7 dicembre hanno presentato a Corna Imagna i primi risultati della ricerca “L’archeologia dell’edilizia storica per la conoscenza del territorio. Ricerche per la valorizzazione e la programmazione urbanistica in provincia di Bergamo”, un progetto promosso dalla Fondazione Lemine in collaborazione con il Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e fiumi Brembo e Serio (BIM).

L’iniziativa, affidata all’équipe del professor Marco Sannazzaro, ha interessato lo studio di diversi edifici religiosi, fortificati e civili risalenti ad un periodo compreso fra l’XI e il XVI secolo, un progetto che vede coinvolte diverse aree del nostro territorio, dal Lemine (con Almenno San Bartolomeo e Almenno San Salvatore) all’Isola (Bonate Sotto), dalla Valle Seriana (Ardesio, Castione della Presolana, Gromo, Rovetta), alla Valle Brembana (Dossena, San Pellegrino) sino Valle Imagna (Corna, Strozza).

“Attraverso alcuni rilievi svolti sul campo abbiamo analizzato le parti esterne dei fabbricati, sezioni in grado di farci di comprendere a quali trasformazioni siano andati incontro gli edifici nel corso dei secoli – spiega Federica Matteoni, coordinatrice del progetto -. Grazie all’analisi di alcuni particolari come portali, finestre e decorazioni siamo inoltre riusciti a identificare la modalità di costruzione degli edifici e, attraverso la comparazione degli stessi elementi con altri individuati in strutture simili, siamo stati in grado di indicare il periodo di edificazione delle strutture”.

Al centro della presentazione, che ha visto la presenza di diverse autorità come i consiglieri provinciali Stefano Savoldelli e Demis Todeschini, i presidenti di Fondazione Lemine Giulio Mauri, della Comunità Montana Valle Imagna Roberto Facchinetti e del BIM Carlo Personeni, l’analisi del patrimonio edilizio presente in alcune contrade di Corna Imagna all’interno del quale sono state indicate alcune caratteristiche presenti sul territorio imagnino: “Nel corso del nostro studio abbiamo notato come gli abitati più antichi di quest’area, risalenti al XIII secolo, siano stati costruiti nei pressi di strutture fortificate utilizzate per la difesa del territorio – sottolinea Federica Matteoni -. I modelli utilizzati nel corso dei secoli sono rimasti pressoché immutati, per cui abbiamo dedotto come con ogni probabilità le strutture siano state costruite da artigiani locali che utilizzavano materiali semplici da lavorare come dolomie e calcari”.

Fra gli obiettivi inseriti nel progetto presente non soltanto l’analisi storico – culturale, ma anche la programmazione futura del territorio, come conclude il sindaco di Corna Imagna Giacomo Invernizzi: “Dobbiamo creare le condizioni adatte affinché i cittadini possano tornare ad abitare nelle contrade. Già in passato abbiamo promosso alcune iniziative per il recupero degli edifici presenti in queste aree come la riduzione degli oneri e lo stop dell’Imu per due anni per i nuovi abitanti, tuttavia questo studio ci permette di analizzare a fondo il patrimonio presente nel nostro comune e valorizzarlo nella maniera migliore”.

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