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L'interrogatorio

“Eravamo drogati e abbiamo investito i carabinieri”: Bonnie e Clyde restano in carcere

R.C., italiano 29enne, e D.P.N.Y., brasiliana 32enne, hanno travolto due volte i militari dopo la rapina alla sala slot di Clusone: "Ci serviva denaro per la droga"

“Quella sera avevamo assunto cocaina e hashish, e avevamo anche bevuto, per questo abbiamo combinato tutto quanto”. R.C., italiano 29enne, e D.P.N.Y., brasiliana 32enne, hanno cercato di giustificarsi così di fronte al giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino.

I Bonnie e Clyde della Val Seriana sono accusati di tentato omicidio, lesioni aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e rapina aggravata. Secondo quanto ricostruito dai militari del comando di Clusone, la coppia, nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31, sotto la minaccia di pistole e mitra che poi si sono rivelate finte, hanno rapinato la sala slot “Miniera d’oro” di Clusone. Tremila euro il bottino.

sala slot clusone miniera

Poi la fuga, a bordo di una Fiat Tipo nera, e l’investimento per ben due volte di un paio carabinieri che gli avevano intimato l’alt a un posto di blocco a Onore. Il più grave è ricoverato al Papa Giovanni con 40 giorni di prognosi, l’altro ne avrà per una settimana.

“Confermiamo tutto – hanno detto in aula i due, entrambi con precedenti, difesi dall’avvocato Barbara Bruni – , l’idea del colpo è nata dal fatto che avevamo bisogno di denaro per la droga”.

“Quando abbiamo travolto per la prima volta i carabinieri – ha aggiunto la donna, ballerina in locali per adulti – guidavo io l’auto e lui mi urlava che dovevamo scappare”.

“Poi ho preso io il volante e abbiamo imboccato una strada a fondo chiuso – ha proseguito lui, nullafacente e originario di Onore, dove conviveva con la brasiliana – , allora siamo tornati indietro e per non finire contro la vettura dei carabinieri, li abbiamo investiti di nuovo”.

La fuga dei due è terminata il giorno seguente, quando sono stati arrestai in un casolare a Fino del Monte, mentre dormivano abbracciati. Lui aveva in tasca un grammo di cocaina. “Ho due figli con due uomini diversi e nessuno è stato affidato a me – ha concluso la 32enne – . Questa situazione mi ha completamente scombussolato”.

Al termine dell’interrogatorio, il giudice ha convalidato l’arresto con la detenzione in carcere. Ora l’inchiesta, che dovrà fare luce anche sulla rapina all’ufficio postale di Gorno, della quale i due sono accusati ma che hanno detto di non saperne nulla.

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