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Arte

L'apertura

“L’officina della scultura”, porte aperte negli atelier nascosti

Fino al 21 ottobre si potranno visitare la casa studio di Piero Cattaneo a Bergamo, il laboratorio di Gianni Grimaldi a Seriate e lo studio di Armando Marrocco a Bollate (Milano).

L’evoluzione della scultura nel Novecento e il dibattito artistico italiano sull’arte della tridimensione. Per toccare con mano questi passaggi e non solo leggerli sui libri, sono aperti da oggi gli atelier privati di tre scultori che dal secondo dopoguerra hanno praticato le arti plastiche lasciando testimonianza viva di cosa si intende per “fare” scultura in età contemporanea.

L’officina della scultura – gli atelier nascosti è un progetto che è da subito esperienza concreta: ideata e promossa dall’Associazione Piero Cattaneo di Bergamo, l’iniziativa apre al pubblico fino al 21 ottobre la casa studio di Piero Cattaneo (1929-2003) a Bergamo, il laboratorio di Gianni Grimaldi a Seriate e lo studio di Armando Marrocco a Bollate (Milano, aperto fino al 28 ottobre).

I curiosi e gli appassionati d’arte ma anche i bambini e i ragazzi delle scuole sono invitati a visitare le botteghe-officina di questi artisti, testimoni e protagonisti di una lunga stagione di sperimentazioni e svolte che nel corso di un secolo ha portato la scultura da arte di lunga tradizione accademica a luogo del coinvolgimento sensoriale e della contaminazione interdisciplinare.

Si tratta di una rete destinata a stendersi sul territorio regionale “attraverso la mappatura di questi come di altri laboratori – chiariscono gli organizzatori- “con la successiva creazione di un network che possa comprendere ricerca, conoscenza, valorizzazione e fruizione”.

“Il nostro progetto” precisa Marcella Cattaneo direttore dell’Associazione Pietro Cattaneo “prende le mosse dalla necessità di rendere visitabili alcuni luoghi che sono stati centri propulsori della grande stagione della scultura lombarda nel ventesimo secolo. Vogliamo creare una connessione e una sinergia tra queste realtà regionali per giungere a una loro fruizione pubblica”.

In concomitanza con l’iniziativa, la Provincia di Bergamo, che sostiene il progetto insieme come Fondazione Cariplo, ospita nella sede di via Tasso 8 fino al prossimo gennaio una “Tavola Arcana” del ’75 di Piero Cattaneo. Alberto Vergalli, consigliere provinciale alla cultura della Provincia di Bergamo, ha ribadito l’importanza per il pubblico di conoscere l’arte fin dai luoghi primi del suo farsi, gli unici in grado di trasmettere con immediatezza l’anima del loro artefice: “Aprendo l’atelier possiamo immaginare lo scultore che qui lavora – un’esperienza non solo visiva ma anche tattile, da condividere per gli adulti così come per i ragazzi in età scolare”.

E difatti l’atelier di Piero Cattaneo porta in sé immutata l’atmosfera di lavoro quotidiano dell’artista. Un eccezionale rifugio attiguo all’abitazione, insieme pensatoio e fucina, con tanto di forno costruito su misura per le proprie esigenze creative nel segno del perfezionismo. Lì prendevano vita giorno per giorno le sculture inconfondibili degli ultimi decenni, trapunte di elementi meccanici, tubolari, architettonici, frutto di una ricerca incessante, originale e vitale, capace di fondere insieme stilemi classici e scritture meccanomorfe: uno stile limpido e incisivo che amava sfondare la tridimensione con giochi illusori e specchianti d’acciaio e di bronzo. Senza temere le sfide più difficili del “mestiere”.
“Aveva un rapporto quasi filiale con le sue sculture” continua la figlia Marcella. “ Le seguiva dal primo gesto progettuale, passo passo fino alla lucidatura finale. Le ultimissime opere realizzate e qui esposte, le “palafitte” lasciate incompiute, rivelano l’altissima componente artigianale del suo fare arte”.

Erano i tempi in cui lo scultore non poteva non essere anche fabbro e maniscalco, oltre che essere artista attento ai codici più aggiornati dell’arte visiva. I tre atelier visitabili questo mese parlano di tre artisti nati nell’arco di un decennio, dal ’39 al ’39, e mostrano come il fare scultura nel Novecento sia diventato altro, dalla manualità più virtuosa all’installazione, alla performance d’artista.

“Aprire questi luoghi è condividerli, valorizzarli, fare avvicinare il pubblico nel modo più empatico possibile a quella che è la nostra memoria e la nostra eredità storica”, conclude Marcella Cattaneo, “è un privilegio che ci permette di capire il destino della scultura quale è stato e quale sarà”.

È possibile partecipare a visite guidate gratuite con prenotazione obbligatoria al numero 333 2698886.

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