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In spagna

Diario di una studentessa Erasmus: l’arrivo, le prime paure e le emozioni

Sara, studentessa di lingue e letterature straniere presso l’Università di Bergamo, vola in Spagna grazie al programma Erasmus. Ecco il suo primo impatto con questa nuova realtà

È trascorsa la mia prima settimana Erasmus a Palma di Maiorca e mi sembra già passato moltissimo tempo. Il momento della partenza ovviamente non è stato facile. Salutare la mia famiglia con le lacrime agli occhi mi ha fatto davvero realizzare le difficoltà del viaggio che ho deciso di intraprendere. È vero che oggi, grazie a cellulari e social, le distanze per certi versi possono “annullarsi”, ma è anche vero che concretamente il gap non si può colmare. Inoltre… sono partita completamente sola.

Il primo giorno, dopo il volo, l’atterraggio e la ricerca del mio appartamento in città, mi sono sentita un po’ spaesata. È stato strano arrivare fin qui, ascoltare voci di persone che non parlano più la mia stessa lingua, analizzare il loro modo di vestirsi, di comportarsi. È strano non conoscere il luogo in cui ora mi trovo. Credo che mi ci voglia del tempo per abituarmici. La prima sera mi concedo una passeggiata per il centro città. Le vie sono strette, le abitazioni basse, caratterizzate per lo più da piccoli balconcini. Mi fermo in Piazza Maggiore per una cena veloce e ancora non mi rendo conto del posto in cui sono.

Come tutte le altre abitudini tipicamente italiane, anche la mia domenica bergamasca con “polenta e osei” purtroppo dovrà attendermi per qualche mese. Domenica, secondo giorno, ci sono circa 30 gradi; un tempo perfetto per andare al mare. Verso mezzogiorno mi sono recata alla piazza principale della città dove ho appuntamento con Annalisa, la ragazza italiana che come me, è partita da Bergamo per l’Erasmus. Pranziamo con “bocadillos” e nel pomeriggio ci spostiamo alla spiaggia di Ca’n Pere Antoni, non molto affollata.

Il lunedì arriva in un batter d’occhio e mi ritrovo catapultata in università ad assistere alla prima presentazione generale. Innanzitutto ci viene illustrato il lavoro di ESN, un’organizzazione che si occupa di gestire il programma Erasmus relativamente ad attività, viaggi, gite, escursioni… ESN è un gruppo composto prevalentemente da ragazzi volontari che hanno nella maggior parte dei casi vissuto esperienze di studio all’estero. Ci troviamo tutti in Aula Magna, all’interno della facoltà di educazione. Mi guardo attorno: tutti quei ragazzi e quelle ragazze accanto a me si trovano nella mia stessa situazione. Proveniamo da posti diversi del mondo, ognuno di noi con la propria storia, le proprie esperienze alle spalle. E improvvisamente le nostre vite si intrecciano in questo percorso, in questa università. Un percorso che attrae e spaventa al tempo stesso. In totale siamo circa 250 studenti di cui una buona parte arriva dalla Germania, dall’Italia e dalla Francia.

Sicuramente il momento di svolta della mia settimana è stato proprio quel lunedì. Il 3 settembre. ESN infatti aveva organizzato per la prima serata il cosiddetto “pub crawl” che in inglese indica lo spostamento di persone da un bar all’altro della città. Chiaramente è stata la prima occasione che ho avuto per fare conoscenze. Non avrei potuto lasciarmela sfuggire. Durante le varie tappe notturne ho chiacchierato con molte persone. Italiani, tedeschi, inglesi, sudamericani, messicani, polacchi. Ho concretamente realizzato quanto sia importante e bello al tempo stesso il confronto con origini differenti dalle mie. È interessante poter discutere e scherzare riguardo alle differenze esistenti nei nostri Paesi in ambito di abitudini, cultura, cibo… Tutti sono stati molto socievoli, aperti ed è stato facile sentirmi a mio agio.

Da quella prima serata in poi, la settimana è proseguita alla grande. Io, altre ragazze e ragazzi italiani ci siamo legati in modo particolare. Abbiamo formato un gruppo solido e devo ammettere che questo mi fa sentire bene. Mi fa sentire decisamente meno sola e apprezzata.
Oltre al divertimento e alle svariate attività, ho cercato anche di incastrare del tempo per occuparmi della mia nuova casa e della mia nuova camera.

Pulire, cucinare, lavare, gettare la spazzatura, andare al supermercato. Ora tutto compete solo ed esclusivamente a me. Anche questo credo sia un aspetto molto positivo della mia esperienza: riuscire ad essere totalmente autonoma. Mi sento in dovere di badare a tutto il possibile, di non dare nulla per scontato.

Ovviamente mi manca la mia famiglia, la mia cagnolina e tutto il resto della mia vita, ma dentro di me so che devo sfruttare al massimo l’opportunità che mi è stata data. Voglio godermela, vivere intensamente questi sei mesi della mia vita.
Domenica 9 settembre ESN propone la prima gita giornaliera per l’isola di Palma e, nonostante le poche ore di sonno del sabato sera (circa un paio), non ho voluto rinunciare. Io e i miei compagni d’avventura Erasmus abbiamo visitato quattro bellissimi luoghi situati nella parte nord dell’isola. È stata una giornata fantastica. Amo questo posto, amo questo piccolo paradiso di verde incontaminato e d’acqua turchese. Mi sento molto fortunata.

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