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La lettera

“Cara Rita Borsellino, Bergamo è stata casa per te, e ora tocca a noi continuare”

Maria Ines Brignoli, cofondatrice della Carovana Antimafia, adesso è a Palermo al centro studi Paolo Borsellino, inaugurato pochi mesi fa, dove è allestita la camera ardente di Rita Borsellino, morta, a 73 anni, il giorno di Ferragosto. A lei abbiamo chiesto un ricordo della sorella del magistrato ucciso dalla mafia, a lei perché con Rita Borsellino ha vissuto tanti momenti nel segno della legalità e dell'impegno antimafia.

Maria Ines Brignoli, cofondatrice della Carovana Antimafia, adesso è a Palermo al centro studi Paolo Borsellino, inaugurato pochi mesi fa, dove è allestita la camera ardente di Rita Borsellino, morta, a 73 anni, il giorno di Ferragosto. A lei abbiamo chiesto un ricordo della sorella del magistrato ucciso dalla mafia, a lei perché con Rita Borsellino ha vissuto tanti momenti nel segno della legalità e dell’impegno antimafia.

Cara Rita, non voglio scriverti una lettera d’addio, ma come spesso è accaduto tra noi, impegnarmi insieme a te e ad altri che lo vorranno per il futuro…

È vero, nel cuore lasci un vuoto incolmabile, lasci a tutti noi un testamento pesante, ricco di testimonianza e di amore per le giovani generazioni. Ci hai insegnato tanto: in primo luogo la dignità, dignità nel dolore, dignità nella lotta per la giustizia e la verità, dignità nell’essere cittadini con diritti e doveri. Ci hai insegnato il desiderio dell’impegno per un Paese migliore, rivolgendo sempre l’attenzione ai bambini e ai giovani.

Dai grandi progetti come la Carovana antimafia, un viaggio da Sud a Nord, entrando nelle scuole, nelle parrocchie, con le associazioni, le amministrazioni comunali, gli sguardi attenti e bramosi di testimonianza e di storia… fino a quelli apparentemente più piccoli come l’idea della “bibliolapa”, una biblioteca itinerante per portare i libri ai bambini nelle realtà più degradate della Sicilia, la cultura senza cui non c’è riscatto civile.

Non ti sei mai tirata indietro, nonostante le fatiche fisiche, anche scegliendo l’impegno politico. Dicevi sempre “se serve, io lo faccio”, al servizio della rigenerazione della tua amata Sicilia come candidata Presidente, del Paese con le battaglie per la giustizia e la legalità, dell’Europa da membro del Parlamento di Bruxelles: senza confini, senza barriere, un disegno politico culturale per colpire la mafia e istillare voglia di legalità, di uguaglianza nei diritti.

Cara Rita Bergamo è stata casa per te, luogo di tanti momenti di riflessione e di confronto con i nostri giovani. L’ultimo, prima della malattia, in occasione del Giubileo con quel bel progetto realizzato con i ragazzi dell’Oratorio di Santa Caterina, don Dario Acquaroli e le scuole di Bergamo intitolato “Misericordia io voglio”, attraversando la misericordia civile con quella spirituale del perdono.

Il Perdono, parola che hai saputo elaborare attraverso proprio la tua testimonianza. Quest’anno hai voluto che il 19 luglio fosse dedicato all’Ulivo della Pace venuto da Gerusalemme 25 anni fa e incastonato nel cratere della bomba di via D’Amelio, proprio a sancire che dove c’è odio e violenza ci deve essere la Pace.

Una lettera è troppo breve per i miei tanti ricordi.

Il testamento è impegnativo e avremo bisogno di un po’ di tempo, ma adesso tocca noi, tocca noi far camminare le idee, tocca a noi metterci faccia, tante facce, “ognuno per quello che può, ognuno per quello che sa!”, come diceva tuo fratello Paolo.

Grazie cara Rita e speriamo che questo Paese abbia il desiderio di accogliere lo sguardo d’Amore che tu gli hai donato.

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